TIGRÈ (o Tigrai; A.T., 116-117)
Una delle quattro regioni in cui era storicamente e politicamente diviso l'Impero Etiopico (v. etiopia), attualmente entrata a far parte dell'Africa Orientale Italiana, e precisamente incorporata nel governo dell'Eritrea. Il Tigrè occupava la parte settentrionale dell'Etiopia, fra il Mareb e il Taccazè, e fin dai primi tempi della conquista italiana la Colonia Eritrea (v.) fu costituita in prevalenza da territorî pertinenti politicamente e in parte anche etnicamente e linguisticamente al Tigrè (Hamasen, Seraè, Dembelas, Deca Tesfà, Cohain), ma formanti con altri una provincia storicamente ben distinta dal Tigrè propriamente detto, il Medrì-a-Bahar o "Territorio del Mare", che corrispondeva appunto, presso a poco, alla Colonia Eritrea nei suoi primitivi confini.
Il Tigrè ha una forma grossolanamente triangolare e può considerarsi limitato a N. dal fiume Mareb, a SO. dal Taccazè e dal suo affiuente Tsellarì, che lo separano dall'Amhara e dal Lasta, ad E. dal bassopiano della Dancalia: è dunque un territorio montuoso e molto accidentato, il tavolato etiopico (v. etiopia: Geologia) essendo qui diviso in numerosi lembi dalle profonde valli degli affluenti di destra del Taccazè: Gumalà, Firfirà, Mai Ueri e subaffluenti (Faràs, Magàb, Tanquà), Ghevà o Gabat e suoi subaffluenti (Sullo, Guenfol), Arecuò e Tsellarì coi subaffluenti Samrè, Chereb, Dubban. Anche i tributarî del Mareb (Sórona e Unguià) e i torrenti che scendono verso la Dancalia (Muna o Endeli, Calcàl, Sabbà, Ala, o Eresti) contribuiscono a lasciare in rilievo gruppi montuosi isolati (ambe) spesso dalle forme capricciose, come l'Asimba (m. 3248) nell'Agamè, i monti Alequà (m. 3373), Amba Magabet (m. 3190) e Debra Mo (m. 3251) presso Adigrat, il M. Semaiata (m. 3092) presso Adua, il M. Damò Galila (m. 2844) a SE. di Aksum, l'Amba Sion (m. 3011) a N. di Hausièn, il M. Mai Marat, il M. Maiù (m. 2891) presso Melfa, l'Adgù (m. 3185), il Cabbai (m. 3235), lo Zage (m. 3200), l'Amba Aradam (m. 2986) fra Scelicot e Antalo, poi il Garagiam (m. 2637) e il Gubba Hairiat (m. 2800) avamposti settentrionali dell'aspra acuta Amba Alagi (m. 3411) due volte gloriosa, il M. Balora e il M. Corbettà dominanti da nord Mai Ceu, l'Adi Abbo Mussa (m. 2664), dominante a sua volta il Lago Ascianghi, dove si può collocare il limite geografico del Tigrè.
In tutta questa regione le rocce cristalline antiche (gneiss, scisti, graniti, talora con filoni di quarzo aurifero noti fin dall'antichità), affioranti nelle pendici orientali e nelle valli del Mareb, del Taccazè e dei loro tributarî, sono sormontate dalle arenarie variegate dette di Adigrat, appunto perché largamente sviluppate in questa zona, soprattutto nei dintorni del paese omonimo, dai calcari giurassici fossilliferi di Antalo, noti nelle vicinanze di questo villaggio e attorno a Macallè, dove ad essi si sovrappongono altre arenarie di età giurassica superiore o cretacica inferiore (arenarie nubiane) e finalmente da placche più o meno vaste di rocce vulcaniche (trappi), lembi residuali di una primitiva copertura uniforme, ampiamente estesi fra Mareb e Taccazè (monti di Adua, di Aksum, ecc.), ridotti invece più a sud a lembi più o meno limitati e ristretti.
Pel clima il Tigrè somiglia molto all'altipiano Eritreo, trovandosi in positura analoga. La media annua delle precipitazioni varia da 600 a 800 mm., nella parte settentrionale attorno Adua e Aksum fino a 800-1000. Le piogge sono specialmente estive, come nel resto della regione sudanese, e cadono nel periodo giugno-settembre, in prevalenza nelle ore pomeridiane. Le temperature sono elevate ma non eccessive, moderate dall'altitudine, e il clima ne risulta salubre, salvo nelle parti basse delle valli del Taccazè e del Mareb ove infierisce la malaria.
Per la vegetazione spontanea e la fauna il paese presenta pure caratteri analoghi a quelli dell'Eritrea, con folti boschi nello Scirè e nel medio Taccazè, rocce nude o boscose nelle parti più elevate, steppe e savane nelle zone depresse o pianeggianti.
La popolazione è dedita alla pastorizia (bovini, ovini, capre, asini, muletti, cavalli) e all'agricoltura che viene esercitata con un primitivo aratro: si coltivano orzo, grano, taf, segale, legumi.
I centri principali sono: Adua (m. 1895) già capitale del Tigrè, posta sul torrentello Assam in una fertile conca circondata da monti, di cui il più elevato è il Chidana Meret: dal lato opposto della valle era Fremona (da San Fremonàtos o Frumenzio, primo apostolo dell'Etiopia), villaggio fondato dai Portoghesi di Cristoforo de Gama e centro del cattolicismo etiopico nei secoli XVI e XVII. Circa 20 km. a O. di Adua è Aksum, culla della civiltà detta axumita, di cui rimangono alcuni avanzi rappresentati da obelischi, stele, rovine, ecc.: è la città santa degli Abissini, che vi incoronavano i loro re. La regione montuosa occidentale fra Mareb e Taccazè è detta Scirè; quella orientale fra l'Endeli e l'alto Sullò, con capoluogo Adigrat, è l'Agamè, che occupa le pendici orientali dell'altipiano. Tra il Sullò e il Mai Ueri è il Gheraltà e più ad O. il Tembien, col villaggio di Abbi Addi. Altri centri notevoli del versante occidentale sono l'importante mercato di Macallè, al piede dell'Enda Jesus, poi Scelicot, Antalo, un tempo capitale del Tigrè, col vicino villaggio di Buia, e infine Togorà presso l'Amba Alagi; nell'Uoggeràt sono Corbetà sul versante orientale e Mai Ceu presso a poco sulla displuviale. Il Tigrè è attraversato da due strade principali che provengono da Asmara e si riuniscono a Macallè per dirigersi a Quoràm e allo Scioa: l'una per il Seraè (Adi Ugri) e Adua, l'altra per l'Acchelè Guzài (Senafè), Adigrat, Adagamus e Agulà. V. tavv. CXV e CXVI e v. anche etiopia; etiopici; italo-abissina, guerra, XIX, pagina 1057 segg., e App.