Tigray
Regione storica dell’Etiopia e unità federale della Repubblica democratica federale, con capitale a Mek’ele (Macallè). Dal 1° sec. d.C. è stata culla della civiltà di Aksum. Centro della diffusione del cristianesimo (dal 4° sec.) e della lingua religiosa e letteraria ge’ez, il T. perse rilevanza politica col declino di Aksum. Vide la fioritura di istituzioni monastiche quali centri culturali ed economici. Teatro del jihad mosso da Ahmad ibn Ibrahim al-Ghazi alla metà del 16° sec., subì poi le aggressioni ottomane. Tornò politicamente rilevante quando il negus Fasilidas (1632-67) fissò la capitale dell’impero etiopico a Gondar, grande snodo commerciale. Nella crisi dell’impero nel 18° sec., il T. conservò importanza quale sede spirituale della Chiesa etiopica e area di transito verso il Mar Rosso occupato dagli ottomani. A partire dal 1855 vide la riorganizzazione dell’impero a opera di Teodoro II e Giovanni IV, ma con Menelik II il centro del Paese si spostò nello Shoa e il T. fu relegato in una posizione periferica che subì per tutto il 20° sec. Durante l’occupazione italiana dell’Etiopia (1935-41) fu aggregato all’Eritrea. Con la rivoluzione etiopica del 1974, il T. avanzò istanze autonomistiche, trasformatesi poi in un’opposizione armata al regime del Derg, espressa dal Tigray people liberation front, che, sotto la guida di Meles Zenawi, alleatosi coi separatisti eritrei e abbattuto il regime di Menghistu Haile Mariam prendendo Addis Abeba nel 1991, assunse il potere in Etiopia, trasformandola in Repubblica federale su basi etniche. Nel 1998-2000 il T. fu teatro di una guerra di confine fra Eritrea ed Etiopia, che ha lasciato pendenze territoriali fra i due Paesi.