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tigna

di Alessandro Niccoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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tigna

Alessandro Niccoli

È una delle malattie della pelle, localizzata in prevalenza nel cuoio capelluto, che dà un prurito intenso che, al grattamento, cresce invece di attenuarsi. È questa la ragione addotta dal Porena per giustificare l'interpretazione di " aggiungere dolore a dolore " da lui proposta per la locuzione figurata usata da Ciampolo, in If XXII 93 i' temo ch'ello [Farfarello] / non s'apparecchi a grattarmi la tigna; tutti gli altri commentatori accolgono la chiosa del Landino, che è del tutto convincente: " proverbio fiorentino, ché quando vogliamo significare di battere uno diciamo ‛ Io gli gratterò la tigna ' ". Per un'analoga locuzione, cfr. Pd XVII 129 lascia pur grattar dov'è la rogna.

Alludendo al suo compagno di pena Andrea de' Mozzi, Brunetto Latini usa un'espressione di aspra repulsione: vedervi, / s'avessi avuto di tal tigna brama, / colui potei, " avresti potuto " (If XV 111); che la metafora riveli la ripugnanza morale di D. di fronte alla sodomia, sembra impossibile negarlo, anche perché si affianca alla definizione di lerci (v. 108) data poco prima sul conto di quei peccatori.

Vocabolario
tigna
tigna s. f. [lat. tĭnea o tĭnia «verme, tarlo, pidocchio»]. – 1. a. Malattia contagiosa parassitaria della pelle, per lo più localizzata nel cuoio capelluto, causata da funghi ifomiceti, nelle tre forme di t. favosa, t. microsporica e t....
tignarsi
tignarsi v. intr. pron. [der. di tigna]. – Forma ant. o region. per intignarsi (v. intignare).
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