TIGILLO SORORIO (Tigillum sororium "travicello sororale")
Si dava questo nome a un travicello sostenuto da due pali che sorgeva alle falde delle Carine presso il Colosseo e precisamente vicino al colosso di Nerone. Oggetto arcaico di culto dove si compievano cerimonie di carattere espiatorio, forse come rito di passaggio per chi doveva purificarsi rientrando nella città (di Romolo o di Tazio) che in quel punto doveva avere il suo limite, abbracciando i due colli Palatino e Quirinale e la soggiacente valle del Foro. Questo culto doveva essere gentilizio, della gens Horatia; onde il mito spiegava etiologicamente la cerimonia espiatoria narrando (Liv., I, 26) che quivi l'Orazio superstite venne purificato, dopo aver ucciso la propria sorella. Esso tuttavia, come altri culti gentilizî, apparteneva ai sacra publica.
Il carattere sacro-espiatorio, confermato da due are che sorgevano ivi presso, dedicate rispettivamente a Giunone Sororia e Giano Curiazio, rimase al suo luogo anche durante l'epoca imperiale. La confraternita degli Arvali infatti compie verso la fine del sec. II un sacrifizio Tigillo sororio ad compitum Acili, il 1° ottobre (Henzen, Acta fr. Arv., p. CCXXXVIII).