TIEPOLO, Giacomo, doge
G. T., di Lorenzo, è il 43 doge della serie tradizionale, essendo succeduto (6 marzo 1229) a Pietro Ziani. Fu il primo duca di Candia, ufficio di somma importanza, perché si trattava di organizzare la dominazione veneziana nella grande isola, insidiata specialmente dai Genovesi. Dovette affrontare le prime ribellioni degli elementi locali - sobillati dagli avversarî della repubblica - con alterna fortuna, ricorrendo anche alla cooperazione di Marco Sanudo, il "duca dell'Arcipelago", che, a sua volta, tentò di soppiantare Venezia nella signoria di Candia. Ristabilita la signoria veneziana, il T. fu richiamato in patria. Figura come secondo podestà a Costantinopoli, dove, nel 1219, conclude un trattato con Teodoro Lascaris. Nel 1221 e 1227 è podestà a Treviso; a Verona, al momento della conclusione della 2a Lega Lombarda contro Federico II, rappresenta Venezia. Morto il doge Pietro Ziani, i voti dei 40 elettori ducali furono ugualmente divisi fra Ranieri Dandolo (o Marino?) e il T. (tanto che, dopo, il loro numero, ad evitare tale possibilità, fu portato a 41), e la designazione venne rimessa alla sorte. La ducea del T. fu soprattutto occupata nella repressione delle ribellioni, sempre rampollanti, di Candia. Prese pure parte attivissima alle guerre contro Federico II e i suoi aderenti (il ghibellino Salinguerra Torello, catturato durante la guerra di Ferrara, finì i suoi giorni a Venezia). Dovette anche affrontare insurrezioni zaratine, e provvedere, con la colonizzazione di elementi veneziani, a radicare la signoria della repubblica in Candia. Sotto il Dandolo ebbe compimento la prima organica unificazione legislativa della repubblica, con la compilazione degli statuti civili e criminali (1242). Sviluppò anche le relazioni pacifiche con Ferrara, rafforzandole con la conclusione di nuovi trattati. Abdicò, fra il maggio e giugno 1249, e mori il 19 luglio. Fu sepolto in un'arca, ora ai Santi Giovanni e Paolo, dove ebbe pure ricetto il figlio Lorenzo, doge. Pare abbia sposato in seconde nozze Valdrada figlia di Tancredi Normanno.
Bibl.: S. Romanin, Storia documentata di Venezia, II, pag. 212 segg.; H. Kretschmayr, Geschichte v. Venedig, Gotha 1920, II, pp. 35-36 (e autori ivi citati).