TIDEO (Τυδεύς, Tydeus)
È una delle più antiche figure d'eroi greci, già nota ad Omero anche in minuti particolari della leggenda (v. Iliade, IV, 376 segg.); ed è padre, appunto, del Tidide Diomede. Figlio del re di Calidone, Dineo, deve fuggire dall'Etolia per un omicidio da lui commesso, che è variamente narrato e mutato secondo gli autori e il tempo. Giunto alla corte di Adrasto in Argo, ne sposa la figlia Deipile, e divenuto così anche cognato di Polinice, prende parte alla spedizione dei Sette contro Tebe, segnalandosi per valore e ferocia, e trovando la morte in battaglia. Morendo egli addenta furiosamente il capo del suo avversario Melanippo, e Atena, che accorreva ad assicurare al suo protetto T. l'immortalità, indietreggia inorridita e torna all'Olimpo. Questo ed altri particolari dei miti intorno a T. hanno fatto ritenere a varî critici che egli fosse originariamente un dio della guerra onorato con sacrifizî umani. Si è anche dubitato non senza fondamento che i miti su T. avessero realmente radice in Etolia.
Bibl.: E. Bethe, Thebanische Heldenlieder, Lipsia 1891, p. 76 seg.; C. Robert, Die griechische Heldensage, III, i, Berlino 1921, pp. 927 segg., 938 segg.; J. Schmidt, in Roscher, Mythol. Lexicon, V, col. 1388 segg.