TIBERINO
. Divinità romana ed eponimo del fiume Tevere. La tradizione lo fa figlio di Giano e della dea latina Camesena, oppure re di Alba e degli Aborigeni o, sotto il nome di Thybris, degli Etrschi di Veio. Annegato nel Tevere o ucciso nelle vicinanze, egli avrebbe dato il suo nome al fiume, che prima si chiamava Albula. T. è collegato anche, come marito di Ilia, alla leggenda della fondazione di Roma.
Il culto di T. sarebbe stato introdotto da Romolo, tuttavia il più antico calendario delle feste romane non lo conosce. Questa assenza è stata spiegata in varî modi. Alcuni identificano T. o con Volturno o con Portuno, le cui feste sarebbero in realtà quelle di T. Per altri il Tevere sarebbe divenuto d'importanza capitale per i Romani solo quando essi riuscirono ad assicurarsi il possesso di ambedue le rive: il culto di T. sarebbe quindi posteriore a questa conquista. In ogni modo è relativamente tardo il sacrificio, menzionato dai fasti Amiternini e Anziati, che veniva offerto l'8 dicembre a T. e a Gaia in ricordo della dedicazione del tempio di T. nell'Isola Tiberina.
T. era ricordato probabilmente nelle preghiere dei pontefici e degli auguri con l'appellativo pater, che ricorre anche nelle iscrizioni. L'arte romana rappresentò T. secondo lo schema ellenistico delle personificazioni fluviali.
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