tiamina
Vitamina B1 (anche detta vitamina antineuritica), derivato della pirimidina, che svolge il suo ruolo in forma fosforilata. La t. difosfato è il coenzima in reazioni chiave del metabolismo dei carboidrati, mentre la t. trifosfato ha un ruolo nella conduzione dell’impulso nervoso.
Le principali reazioni cui partecipa la t. difosfato fanno parte di importanti vie del metabolismo energetico, quali la decarbossilazione del piruvato, che trasforma l’energia proveniente dagli alimenti in ATP; la t. difosfato è inoltre coenzima della transchetolasi, un enzima della via ossidativa diretta del glucosio (via dei pentoso fosfati), mediante cui la cellula si rifornisce del ribosio necessario per la sintesi degli acidi nucleici e di altre molecole.
La t. viene assorbita nel duodeno, è fosforilata nelle cellule della mucosa ed è così trasportata al fegato. I depositi nei vari tessuti sono modesti, per cui è necessario un apporto giornaliero. Il fabbisogno giornaliero di t. dipende dal contenuto calorico e in carboidrati della dieta ed è di 0,5 mg/1.000 kcal. Alimenti che ne contengono quantità rappresentative sono la carne di maiale, i legumi secchi, i cereali integrali, il latte, il lievito alimentare, il germe di grano; lo sbiancamento delle farine provoca una cospicua perdita di tiamina. Anche la cottura distrugge dal 30 al 50% della vitamina. La sintomatologia da carenza si manifesta soprattutto a carico del tessuto nervoso e di quello cardiaco, che dipendono molto dalla glicolisi e quindi dal metabolismo del piruvato come sorgente di energia; si hanno anche disturbi nel tratto gastrointestinale. Un insufficiente apporto alimentare di t. si può manifestare con sintomi non specifici (affaticamento, irritabilità, disturbi del sonno e della memoria, mancanza di appetito, costipazione). La sindrome più caratteristica è il beri-beri, in cui la nevrite si associa a insufficienza cardiaca.