TIA (sigla dell’ingl. Transient Ischaemic Attack)
Attacco ischemico transitorio. Il TIA si distingue dall’infarto cerebrale perché i suoi sintomi durano convenzionalmente meno di un’ora, perché le lesioni anatomopatologiche sono circoscritte e i meccanismi fisiopatologici dell’ischemia non portano a necrosi cellulare estesa, consentendo quindi una ripresa quasi completa delle funzioni cerebrali corrispondenti all’area ischemica. I TIA possono tuttavia essere prodromi di un più vasto ictus ischemico: dal punto di vista clinico e prognostico è importante distinguere un singolo TIA (dovuto a microemboli o microtrombi senza sequele neurologiche), da ripetuti TIA di simile quadro clinico, che molto probabilmente condurranno a un ictus trombotico con infarto cerebrale. TIA singoli, ripetuti a distanza di tempo con differente sintomatologia, possono causare nel tempo l’encefalopatia multinfartuale (➔ leucoencefalopatia multifocale progressiva). I sintomi del TIA sono fra i più vari, perché riflettono l’interessamento di qualsiasi arteria cerebrale, sia del territorio delle carotidi comuni o interne, sia delle cerebrali (➔ vasculopatie cerebrali); la maggior parte dei TIA dura dai 2 ai 15 minuti e, se sono multipli, l’esame neurologico nell’intervallo fra di essi è negativo: ciò rende molto complicate la diagnosi, la terapia e la prognosi. Nell’ambito dei sintomi riferibili al sistema carotideo, questi possono essere emisferici (controlaterali) o visivi, monolaterali, come la frequente cecità monoculare transitoria; negli attacchi emisferici più frequenti sono l’astenia e l’intorpidimento di una mano o di un braccio o di una gamba, ma in varie combinazioni si associano anche faccia, labbra, mani e piedi, ecc.; a volte si manifestano afasia transitoria, confusione mentale e disorientamento. Gli attacchi ischemici transitori del territorio della base encefalica (circolo vertebrobasilare) hanno caratteristiche proprie: durano più a lungo di quelli carotidei, si manifestano con vertigini, diplopia, atassia, barcollamento, offuscamento visivo, sonnolenza, allucinazioni visive, e molti altri sintomi legati alle molteplici funzioni del distretto interessato; tendono inoltre più facilmente a evolvere verso l’ictus.