Vedi THURII dell'anno: 1966 - 1997
THURII (v. vol. VIl, p. 842)
Le negative condizioni geologiche hanno reso difficoltosa la ricerca di Th., così come quella di Sibari (v.). Le concise indicazioni topografiche delle fonti antiche (in specie Diod. Sic., XII, 10 e Strab., VI, 1, 13) inducevano a credere che Th. non occupasse lo stesso luogo che era stato di Sibari. Pertanto le proposte di localizzazione, durante gli ultimi tre secoli della ricerca, sono state numerose: tutte si appoggiavano su ritrovamenti di tombe di IV-III sec. a.C., compresi i timponi «orfici», mentre non vennero mai rinvenute strutture urbane.
Solamente la realizzazione degli scavi recenti ha permesso di risolvere positivamente l'identificazione di Thurii. Quest'ultima si basa, dal punto di vista archeologico, su due ordini di evidenza. Il primo è costituito da osservazioni stratigrafiche. In specie nel cantiere del Parco del Cavallo gli strati databili dall'ultimo quarto dell'VIII alla fine del VI sec. a.C. sono sigillati superiormente da un livello sterile, che si ritrova quasi sempre alla stessa quota assoluta, o comunque presenta leggere differenze. Sopra tale livello, costituito da materiale alluvionale e fortemente costipato, si hanno strati dalla seconda metà del V sec. a.C. Il secondo ordine di evidenza riguarda la struttura urbanistica degli strati posteriori alla seconda metà del sec. a.C.
Pur con le limitazioni che l'esiguità delle conoscenze finora recuperate impone, si è visto che tra la fine del V sec. a.C. e la prima metà del successivo sono stati tracciati e sistemati assi viari paralleli e ortogonali fra loro, sui quali sono orientate le singole strutture abitative. È da notare che, fin dalla seconda metà del V sec. a.C., cioè qualche tempo prima della realizzazione pratica degli assi viari, gli edifici venivano già costruiti secondo gli orientamenti che saranno materializzati dalle strade stesse. Il reticolo viario, per quanto finora noto, è costituito da una grande via orientata N-S (con una declinazione a O di circa 18°), larga m 13, parzialmente scavata nei cantieri di Parco del Cavallo e Incrocio. In quest'ultimo, la grande via si riduce a metà della larghezza a N della linea di sovrapposizione delle mura di epoca romana. Una seconda via N-S è nota a E della prima, nel cantiere di Prolungamento Strada, con una larghezza di m 6,50; i due assi mediani distano fra loro m 295. Delle vie orientate E-O, una sola è nota con sicurezza nei cantieri di Parco del Cavallo, Prolungamento Strada e Casa Bianca. La sua larghezza è di m 6,50; termina a E, verso l'antica linea di spiaggia, in una struttura piana di forma quadrata, a fondo basolato dotata agli angoli esterni di due costruzioni circolari. È probabile che un'ulteriore via E-O si avesse in corrispondenza della riduzione della larghezza della prima via N-S, a una distanza di circa m 370 a Ν dalla parallela. Non se ne sono tuttavia ancora recuperate tracce archeologiche. Il sistema viario è completato da vie minori, con larghezza tra m 3 e m 3,50, orientate in direzione E-O e poste a intervalli reciproci oscillanti tra m 35 e m 42. Tali vie minori sono note a Ν della via E-O e si corrispondono ai lati delle due vie N-S; non se ne sono, invece, ritrovate le tracce a S della stessa via E-O.
L'organicità del complesso, il modulo adoperato, la rispondenza alla descrizione di Diodoro rendono certa l'identificazione del tracciato urbanistico thurino progettato da Ippodamo di Mileto. Anche i dati cronologici non sembrano contrari, in quanto la programmazione del reticolo risale alla prima generazione della colonia panellenica mentre, com'è naturale, la sua realizzazione pratica ha occupato un più lungo periodo di tempo. Delle abitazioni private e degli edifici pubblici di Th. quasi nulla è noto, a causa della completa sovrapposizione, derivante dalla continuità di insediamento, dello strato di epoca romana. Numerosi muri di quest'epoca si avvalgono come fondazioni di strutture di IV e III sec. a.C. Resti di abitazioni sono noti in saggi in profondità realizzati nei cantieri di Prolungamento Strada e Parco del Cavallo. Degli edifici pubblici non si conoscono le localizzazioni; se ne è recuperato qualche elemento struttivo in reimpieghi romani. Una struttura pubblica era quella posta alla terminazione E della via E-O, situata nel cantiere di Casa Bianca. Gli scavi condotti sul margine esterno della struttura hanno chiarito che, all'epoca di costruzione della stessa (IV sec. a.C.), la zona era già costituita da terraferma: non può quindi intendersi come destinata all'alaggio di imbarcazioni. Si può invece supporre che l'ampia superficie della struttura fosse usata per operazioni di dazio, in connessione con un vicino porto.
Nel cantiere degli Stombi non si è trovata traccia della regolarizzazione urbanistica ippodamea: l'intera area finora scavata mostra di aver ospitato, dopo il 510 a.C., solamente una piccola struttura, in vita dall'inizio del IV alla metà del III sec. a.C. Si deduce, pertanto, che l'area occupata da Th. non ricopre esattamente quella che era stata di Sibari: e ciò sia per ragioni naturali (si era guadagnata maggior estensione di terraferma verso E; era iniziato lo spostamento del fiume Crati: Herodot., V, 45) sia per ragioni urbanistiche (Sibari si sviluppò progressivamente, mentre Th. fu dotata fin dall'inizio di un piano regolatore). Tale sfalsamento può aver creato la sensazione che Th. fosse «non lontana» (Diod. Sic., XII, 10) o «vicina» (Strab., VI, 1, 13) a Sibari. Gli elementi mobili recuperati nel corso degli scavi appartengono alle classi normalmente diffuse in Magna Grecia in questo periodo storico. Non si segnalano particolari elementi neanche per quanto riguarda la produzione ceramica proto-italiota.
Bibl.: Rapporti di scavi: Si vedano i supplementi di NSc 1969, 1970, 1972, 1974, 1988-89. - Inoltre: AttiMGrecia, n.s. XIII-XIV, 1972-1973; P. G. Guzzo, in pp, XXVIII, 1973, pp. 278-314; id., in AnnAStorAnt, III, 1981, pp. 15-27. - Urbanistica: F. Castagnoli, Sull'urbanistica di Thurii, in PP, XXVI, 1971, pp. 301-307; id., Ancora sull'urbanistica di Thurii, ibid., XXVIII, 1973, pp. 220-222; G. Vallet, Avenues, quartiers et tribus à Thourioi, ou comment compter les cases d'un damier (â propos de Diod. XII, 10 et II), in Mélanges offerts à J. Heurgon, II, Roma 1976, pp. 1021-1032; E. Greco, M. Torelli, Storia dell'urbanistica. Il mondo, greco, Roma-Bari 1983; Sibari e la Sibaritide. Atti del XXXII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1992, Taranto 1993, Passim.