THOTH
. Dio-Luna egiziano (ṣḥŏwte "Il chiaro" ṣḥwtj). Secondo alcuni era figlio della coppia Gêbeb e Nüte; secondo altri partorito da Ese insieme con Hôr (Sole); chi lo diceva uscito dalla testa di Sêth; chi generatosi da sé. Si comprende bene come lo si pensi il contatore del tempo e il misuratore della terra. La sua funzione notturna lo fa credere il sostituto del Sole e il suo visir e giudice supremo. Quindi è l'inventore della scrittura, l'autore primo dei libri sapienziali, scientifici, magici. In origine, nella leggenda di Osiri, era nemico di questo; poi ne divenne fautore. Funge da scriba segretario nel tribunale di oltretomba che giudica i morti. Ha pure rappacificato Hôr e Sêth, risanando le loro ferite. Riportò dalla Nubia l'occhio del Sole che si era allontanato e forse per questo è il signore dei paesi stranieri. I centri principali del suo culto sono: Ġraj-ṣḥowte presso Buto (Tīdah, Hermoupolis); la capitale del XV nome del Basso Egitto (al-Baqliyyah presso Manṣūrah, Hermoupolis); Ḫmûn, capitale del 15 dell'Alto Egitto (Ashmūncin, Hermoupolis la grande). Quindi lo ritengono il dio che ha creato il mondo con la parola.
Antichissima la sua identificazione con varie specie di ibis, gru, scimmie; recente con la palma. I Greci lo dissero Hermes e per la triplice ripetizione (superlativa) dell'aggettivo 'ŏ' Elevato" lo qualificarono Trismegistos, intorno al quale tanto specularono i mistici dei primi secoli. V. anche ermete trismegisto.
Bibl.: P. M. A. Boylan, Thoth, in Ancient Egypt, 1922, p. 216; Pietschmann, Hermes Trismegistos, Lipsia 1875; id., Thoth, in Roscher, Ausf. Lexicon d. gr. u. röm. Mythol., V, 1920, s. v., col. 835 segg.; B. Turaef, Il dio Thoth (in russo), Pietroburgo 1898.