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Veblen, Thorstein Bunde

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Economista e sociologo statunitense (Walders, Wisconsin, 1857 - Menlo Park, California, 1929), di origine norvegese. Seguace di Spencer, si propose, nelle sue molte opere, di analizzare da vari punti di vista, ma sempre con atteggiamento evoluzionistico, l'attuale sistema economico, che egli, d'altra parte, concepiva essenzialmente come un sistema di prezzi e riteneva incapace di sussistere ancora a lungo.

Vita

Direttore del Journal of political economy (1896-1905), fu prof. nell'univ. del Missouri (1911) e dal 1919 nella New school for social research di New York. Pensiero. Influenzato dalla teoria evoluzionistica di Darwin, se ne servì in senso progressista per una critica serrata dei residui metafisici delle dottrine economiche dei classici, pur non aderendo né alle tesi della scuola storica, né all'impostazione marxiana e mantenendosi comunque estraneo a quel darwinismo sociale che nell'interpretazione decisamente conservatrice di Spencer (meccanica estensione ai fenomeni sociali di categorie originariamente elaborate in ambito biologico, come "lotta per l'esistenza") conosceva allora ampia diffusione. Il suo contributo più noto è probabilmente la lucida analisi critica della radicale contraddizione, nell'ambito del sistema capitalistico, fra processi produttivi da un lato e investimento di capitale in funzione esclusiva del profitto e della grande speculazione finanziaria dall'altro, contrasto non componibile tra categorie produttive e uomini d'affari, tra mondo della tecnologia e proprietà "assenteistica", tra industriosità (V. teorizza tra l'altro come istinto naturale dell'uomo un "istinto d'industriosità", instinct of workmanship) e parassitismo. Di qui la frattura fra classe agiata (leisure class, oggetto del primo e più famoso studio di V., la cui caratteristica principale è il "consumo costoso") e le classi produttrici, di qui la coincidenza di posizioni ideologiche e interessi economici (tesi in cui è maggiormente avvertibile l'influenza su V. del pensiero di Marx). A questa base teorica vanno ricollegati gli specifici apporti di V. in singoli settori (rapporti tra tecnocrazia ed economia, analisi del sistema economico e dei suoi effetti socialmente rilevanti, esame del nesso tra ideologia e interessi economici, teoria delle depressioni e futuro del capitalismo, ecc.), nonché le sue elaborazioni più decisamente speculative, come quelle volte a delineare uno schema dell'evoluzione sociale del mondo occidentale, una sorta di teoria tecnologica della storia, sia la sua discutibile interpretazione della prima guerra mondiale come scontro tra due diverse espressioni istituzionali, le libere istituzioni inglesi e la struttura con caratteri ancora feudali e dinastici in cui era organizzata la società tedesca (dove i limiti del suo approccio sociologico si evidenziano più nettamente). Notevole eco ebbe anche la sua dura e penetrante critica delle istituzioni e del sistema educativo americano a lui contemporaneo, in cui tocca il culmine quel corrosivo radicalismo che dovrà definitivamente alienargli le simpatie dell'establishment accademico. A V. si suole tradizionalmente ricollegare la cosiddetta scuola economica istituzionalista (che privilegia un aspetto a lui caro, l'interazione tra economia e forme istituzionali), mentre la sua opera esercitò indubbia influenza, pur nella diversità di posizioni, rispetto alle tesi originarie di V., su economisti, sociologi, giuristi e pubblici amministratori, specie nell'epoca del New Deal rooseveltiano.

Opere

Opere principali: The theory of the leisure class (1899; trad. it. 1949); The theory of business enterprise (1904); The instinct of workmanship and the state of the industrial arts (1914); Imperial Germany and the industrial revolution (1915); An inquiry into the nature of peace and the terms of its perpetuation (1917); The higher learning in America (1918); The engineers and the price system (1919); The place of science in modern civilization (1919); The vested interests and the state of the industrial arts (1919); Absentee ownership and business enterprise (1923); Essays in our changing order (post., 1934, a cura di L. Adzrooni).

Vedi anche
egemonia Presso i Greci, il potere di comandare conferito allo Stato più importante nell’ambito di alleanze o leghe di Stati. Si esplicava soprattutto nel comando militare delle forze alleate. Lo Stato egemone non doveva intervenire negli affari degli alleati né violarne l’autonomia: altrimenti l’egemonia si ... Heinrich Zschokke Zschokke ‹čòkë›, Heinrich. - Scrittore (Magdeburgo 1771 - Aarau 1848). Dopo studî irregolari, compose (1790) una tragedia, Graf Monaldeschi, cui seguirono volumi di novelle, dialoghi, e perfino romanzi d'avventure (Abällino, der grosse Bandit, 1794). Addottoratosi in teologia, entrò nella massoneria, ... Astòlfo re dei Longobardi Astòlfo re dei Longobardi. - Figlio (m. 756) di Pemmone, duca del Friuli, eletto re (749) dopo l'abdicazione da lui provocata del fratello Rachi, come esponente del partito intransigente, invase l'Esarcato e, occupata Ravenna, pose fine (751) alla dominazione bizantina. Annesso il ducato di Spoleto al ... Cantone dei Grigioni (ladino Grischun; ted. Graubünden; fr. Grison) Stato federato della Svizzera (7105 km2 con 188.762 ab. nel 2007; densità 26,5 ab./km2). Il più vasto dei cantoni svizzeri (occupa 1/6 del territorio del paese), confina con quelli di San Gallo, Glarona, Uri, con il Canton Ticino, nonché con l’Italia (Lombardia ...
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