Vedi THORIKOS dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
THORIKOS (v. vol. VIl, p. 836 e S 1970, p. 845)
Tra il 1970 e il 1994 è proseguito lo scavo nei quattro settori principali della città: l'acropoli, la necropoli Ovest 4, il quartiere industriale e quello del teatro. Dal 1985 gli scavi sono organizzati dalla Scuola Archeologica Belga in Grecia.
L'acropoli. - Negli anni 1970, 1972, 1976 e 1977 è stato completato lo scavo della thòlos «oblunga» (tomba IV), parzialmente riportata alla luce da V. Staïs nel 1890 e nel 1893, mentre un'altra sepoltura regale (tomba V) si è rinvenuta nelle sue immediate vicinanze.
La tomba IV è circondata da un peribolo di c.a 50 m di diametro; la camera, lunga 9,30 m e alta c.a 5 m, costituisce la particolarità più sorprendente: due lunghe pareti si congiungono alle estremità a formare absidi strette e lunghe. La tomba è datata alla fine del Tardo Elladico I; è dunque di poco anteriore al 1500 a.C.
La tomba V fu costruita nella parte centrale dell'avvallamento che separa le due cime del Velatouri (altitudine c.a 100 m). Il peribolo, di tracciato irregolare, ha un diametro esterno di c.a 17,5 m; la fossa (c.a 4 X 2 X 1,8 m), orientata verso NE, è l'unica sepoltura dell'intero complesso, ed è indubbiamente di carattere regale. La struttura risale alla fine del Medio Elladico tuttavia la prossimità e il breve intervallo cronologico inducono a considerarla strettamente collegata alla tomba IV. La tomba V fu frequentata anche durante i periodi arcaico e classico come centro di un culto di tipo eroico. L'assisa inferiore del piccolo naìskos è ancora visibile.
La necropoli Ovest 4. - In questa necropoli, situata 200 m a Ν del teatro, a un'altitudine di 62 m, sono state scavate 153 tombe di tipo diverso, con una cronologia compresa tra gli inizî dell'età geometrica e il IV sec. d.C.; tuttavia, la maggior parte delle centinaia di vasi ivi rinvenuti si inquadra tra l'epoca tardogeometrica e la fase di transizione con il Protoattico e illustra l'importanza di Th. in questo periodo. L'analisi dei reperti ossei ha rivelato un considerevole numero di neonati e di bambini di età inferiore ai 12 mesi.
A 140 m dal teatro, verso N, uno scavo d'emergenza ha messo in luce, nel 1975, una decina di tombe in gran parte protoattiche.
Il quartiere industriale. - Disposto sul versante meridionale, dolcemente declinante, del Velatouri, questo quartiere raggruppa costruzioni abitative e impianti industriali: le miniere e i laboratori di concentrazione o laverie di minerali. Sono stati completamente scavati una mezza dozzina di insediamenti, che hanno mostrato una piena corrispondenza con le prescrizioni di Senofonte e di Aristotele, circa l'esigenza che le dimore siano fresche d'estate e calde d'inverno. A Th., sito fortemente esposto a N, le abitazioni presentano generalmente su quel lato una facciata completamente chiusa; l’aulè, o corte interna, in cui aveva luogo gran parte delle attività quotidiane, era orientata a S. Le dimore hanno una superficie molto variabile, tra i 120 e i 400 m2; il complesso a torre n. 1 ricopre un'area di 290 m2.
Delle undici laverie di minerali localizzate a Th., quattro sono state completamente scavate. Questi impianti sono da considerare il risultato degli sforzi degli antichi metallurgi che si confrontavano con il problema di lavare un minerale a tenore di metallo superiore al 35%. Era innanzitutto necessario arricchire o concentrare il metallo povero e separarlo dalla sua ganga; proprio questo era il procedimento che aveva luogo nelle laverie (ergastèria) attestate nel Laurion (v.). Il minerale veniva in primo luogo finemente macinato e successivamente gettato in acqua corrente. In sostanza questo sistema, particolarmente ingegnoso, sfruttava il principio della gravità, in base al quale le particelle più pesanti non erano trasportate dall'acqua, contrariamente a quelle più leggere che erano le più povere. Tali strutture erano inoltre concepite in modo tale da consumare la minore quantità possibile di acqua: quello dell'approvvigionamento idrico costituiva infatti uno dei maggiori problemi dell'Attica meridionale.
Sono state avanzate diverse ipotesi circa il rendimento di queste installazioni: le stime variano da 330 a 560 tonnellate di minerale annue per sfioratore (ogni laveria ne aveva in media tre), da 82 a 140 tonnellate di minerale concentrato, da 41 a 70 tonnellate di piombo, e da 8 a 14 kg d'argento.
La grande maggioranza delle laverie risale al IV sec. a.C., tuttavia sembra che le più antiche fossero attive già alla fine del secolo precedente.
Tra le abitazioni e i laboratori si trova anche un piccolo santuario dedicato a una divinità guaritrice. Accanto a esso è una costruzione di forma allungata con un banco in pietra lungo le due pareti, rispondente al tipo normale del portico d'incubazione. La fase più antica del santuario risale alla fine del periodo arcaico; i resti attualmente visibili sono databili al IV sec. a.C.
Il teatro. - Il teatro è stato oggetto di un nuovo esame approfondito in vista di una pubblicazione definitiva. Innanzitutto il grande muro di anàlemma del kòilon superiore (IV sec. a.C.) è stato completamente liberato dallo spesso strato di terra (c.a 5 m di profondità) che lo copriva.
Il problema delle presunte camere E ha trovato una soluzione: i piccoli muri, disegnati su un buon numero di piante, sono moderni (una moneta del XIX sec. fu rinvenuta al di sotto di uno di essi). Originariamente (V sec.) vi era una sola grande sala con banchi intagliati nella roccia lungo le pareti N ed E. Situata sull'asse del piccolo Tempio di Dioniso (sulla pàrodos O), la sala (ora restaurata) era probabilmente destinata a ospitare i banchetti rituali di un kòmos locale. Sul lato O, perfettamente allineata con la pàrodos O, è stata rinvenuta una sala molto ampia, interpretata, secondo una prima ipotesi, come scenoteca.
A S del teatro, lo scavo della necropoli ha riportato alla luce c.a 60 tombe, raggruppate intorno a sette piccoli monumenti funerari; le più vicine si trovano a non più di qualche metro dal muro di anàlemma dell'orchestra. Questa necropoli è più antica del teatro - si data a partire dalla metà del VI sec. a.C. - e fu impiegata durante l'intero periodo classico, dunque contemporaneamente al funzionamento del teatro. Delle rappresentazioni teatrali troviamo conferma in iscrizioni del IV sec. (le tombe più recenti risalgono alla seconda metà dello stesso secolo). In base a queste considerazioni, sembra dunque esistesse un legame tra la necropoli e il teatro; quest'ultimo, a sua volta, sembra intrattenere un rapporto con il culto di Dioniso ctonio. H. Van Looy ha dimostrato che il presunto altare deve essere interpretato come èleos, che sarebbe nello stesso tempo una delle più antiche costruzioni nel teatro (ultimo quarto del VI sec. a.C.).
A S del teatro è stata scavata una parte cospicua di una cava di marmo. Numerosi fori, alcuni dei quali contenevano ancora i cunei di ferro, rappresentano le tracce del lavoro degli operai.
A O del teatro è stato portato alla luce un intero complesso metallurgico con miniera (n. 3) al centro, fiancheggiata da due laverie di minerali. Dopo 12 m di sfruttamento all'aria aperta, i minatori seguirono la vena tra i due banchi di calcare. All'interno della miniera uno strato intatto conteneva numerosi frammenti ceramici del periodo di transizione tra la fine del Neolitico e gli inizi dell'Età del Bronzo. Dopo questa fase iniziale, che fa retrocedere la datazione dello sfruttamento minerario nel Laurion di c.a 14 secoli, un secondo periodo di estrazione si situa alla fine del Bronzo Recente. Segue un lungo periodo di inattività protrattosi fino al IV sec. a.C. che invece registra un'attività intensa. A quest'epoca risale l’iscrizione, parzialmente lacunosa, che consente di identificare la miniera come il Demetriakòn menzionato nel contratto n. 32, rinvenuto nell'Agorà di Atene. Infine, lo sfruttamento della miniera riprende per l'ultima volta nel V-VI sec. d.C.
Le laverie, una delle quali è stata ricostruita, risalgono al IV sec. a.C.
Bibl.: H. Mussche e altri, Thorikos, VI. 1969. Rapport préliminaire sur la sixième campagne de fouilles, Bruxelles 1973; H. F. Mussche, A Guide to the Excavations, Bruxelles 1974; H. F. Mussche e altri (ed.), Thorikos and the Laurion in Archaic and Classical Times (Miscellanea Graeca, I), Gand 1975; P. Spitaels e altri (ed.), Thorikos, VII. 1970/1971. Rapport préliminaire sur les septième et huitième campagnes de fouilles, Gand 1978; H. Mussche, Thorikos. Eine Fährung durch die Ausgrabungen, Gand-Norimberga 1978; Thorikos, VIII. 1972/1976. Rapport préliminaire sur les 9e, 10e, 11e et 12e campagnes de fouilles, Gand 1984; id., Thorikos. La vie dans une ville minière de la Grèce antique, Gand 1986; M. Devillers, An Archaic and Classical Votive Deposit from a Mycenaean Tomb at Thorikos (Miscellanea Graeca, VIII), Gand 1988; H. Mussche e altri, Thorikos, IX. 1977/1982. Rapport préliminaire sur les 13e, 14e, 15e et 16e campagnes de fouilles, Gand 1990; H. Mussche (ed.), Studies in South Attica (Miscellanea Graeca), IX), Gand 1994.