Medico, fisico ed egittologo (Milverton 1773 - Londra 1829). La figura di Y. ha lasciato importanti contributi alla fisica, per lo studio dell'ottica, ma soprattutto per la cosiddetta esperienza di Y., per la definizione del modulo di Y. e per lo studio dei fenoneni della marea.
Prof. di fisica alla Royal Institution (1801-04), medico al St. George's Hospital di Londra dal 1811, membro della Royal Society (1794) di Londra e dell'Académie des sciences di Parigi. Dette importanti contributi all'ottica fisiologica, dimostrando fin dal 1793 che il potere d'accomodamento dell'occhio è dovuto al cambiamento di curvatura del cristallino; nel 1801 descrisse il difetto visivo noto come astigmatismo; poco tempo dopo elaborò la teoria della percezione dei colori, ripresa e approfondita da H. Helmholtz, secondo la quale la percezione dipende dalla presenza sulla retina di tre strutture nervose, eccitate rispettivamente dal rosso, dal verde e dal violetto. Altri suoi contributi alla fisica furono l'introduzione del modulo di elasticità, che porta ancora il suo nome, l'interpretazione dei fenomeni di marea, che più tardi (1844) G. B. Airy sviluppò ulteriormente; la teoria della capillarità. Ma il maggior merito di Y. rimane la sua opera a sostegno della teoria ondulatoria della luce, con la fondamentale esperienza dei due fori che porta il suo nome, le conseguenze interpretative che ne seppe dedurre (colorazione delle lamine sottili, anelli di Newton) e le prime misurazioni interferometriche di lunghezze d'onda. Questi lavori di Y. furono accolti con freddezza da molti fisici del tempo, in parte per una certa oscurità d'esposizione e in parte per l'insoddisfacente trattazione teorica, causata dalla limitata cultura matematica dell'autore. Si dedicò anche all'egittologia, affrontando genialmente il problema della decifrazione dei geroglifici e lo studio del demotico, pubblicando varie opere sui papiri, sull'iscrizione di Rosetta: An account of the recent discoveries in hieroglyphical literature and Egyptian antiquities (1823) e Hieroglyphics (2 voll., 1823-1828).