Psichiatra e saggista ungherese naturalizzato statunitense (Budapest 1920 - Manlius, New York, 2012). Nel corso dei suoi studi ha sviluppato una posizione critica nei confronti della distinzione operata dalla moderna psichiatria tra normalità e devianza, proponendo invece di tenere in considerazione il comportamento umano in relazione alle regole e ai fattori sociali. Tra le sue opere si ricordano in particolare The myth of mental illness (1961; trad. it. 1966) e The manufacture of madness (1970, trad. it. 1972).
Trasferitosi negli USA nel 1938, è divenuto prof. di psichiatria alla State University di New York nel 1956 e prof. emerito nel 1990. Di formazione, oltre che psichiatrica, psicanalitica, ha svolto una critica sistematica di tutte quelle posizioni teoriche, psicanalisi inclusa, che sancendo l'esistenza della malattia mentale istituiscono una più o meno netta discriminazione tra normalità e devianza (The myth of mental illness). Questa critica si è via via estesa alle varie forme di psicoterapia, investendo da ultimo anche le terapie sessuali (The myth of psychotherapy, 1978, trad. it. 1981; Sex by prescription, 1980, trad. it. 1982). S. propone in alternativa un modello del comportamento umano come comportamento governato da regole, in cui viene meno la distinzione normalità-devianza su base organicistica o psicodinamica e particolare rilievo assumono invece i fattori sociali (norme, prescrizioni, etichettamenti, ecc.). Alla critica teorica è andato inoltre affiancando indagini storiche volte a verificare, anche in prospettiva diacronica, le sue tesi (la già citata The manufacture of madness; Karl Kraus and the souldoctors, 1976, trad. it. 1982). La posizione critica di S. nei confronti della moderna psichiatria, che tende a ricondurre a uno stato di malattia anche i disagi che l’uomo prova nell’affrontare le difficoltà della vita quotidiana, è sintetizzata in The medicalization of everyday life (2007), raccolta di saggi pubblicati tra il 1973 e il 2006, mentre in Coercion as cure: a critical history of psychiatry (2007), S. punta l'attenzione sui sistemi coercitivi adottati dalla psichiatria come forma terapeutica. Tra i suoi altri saggi vanno citati My madnesse saved me. The madness and marriage of Virginia Woolf (2006; trad. it. 2009); Psychiatry. The science of lies (2008); Antipsychiatry. Quackery squared (2009); Suicide prohibition.The shame of medicine (2011).