Reid, Thomas
Filosofo scozzese (Strachan, Scozia, 1710 - Glasgow 1796). Insegnò nelle univv. di Aberdeen (1751-64) e di Glasgow (1764-80). È il fondatore della cosiddetta scuola scozzese del senso comune, che ha esercitato influsso, oltre che in Inghilterra (fino ai nostri giorni), negli Stati Uniti, in Francia (Pierre-Paul Royer-Collard, Cousin) e in Italia. Sviluppò una critica radicale delle teorie della conoscenza precedenti, sia di tipo lockiano, berkeleiano o humiano, sia di tipo cartesiano, rifiutando in modo deciso le implicazioni scettiche che ne derivavano (particolarmente evidenti in Hume). Per R. la teoria delle idee come intermediari del processo conoscitivo, rappresentative cioè di un oggetto esterno a noi, è dichiaratamente assurda. Sia nel caso della percezione sia in quello della memoria e del pensiero, l’oggetto sarebbe infatti dato nella sua immediatezza. Sostenne quindi il ruolo fondamentale dei principi impliciti nel senso comune, principi autoevidenti («sono deciso ad assumere per pura fiducia l’esistenza mia stessa e l’esistenza di altre cose») come base di qualsiasi corretta posizione filosofica, tentando di dimostrare che la problematizzazione o la messa in discussione di questi principi implicava incongruenze, contraddizioni e paradossi insolubili. Estese la stessa impostazione anche ai problemi morali inclinando verso tesi antideterministiche. L’analisi della percezione, consistente, secondo R., di sensazioni, concezioni (conceptions) e credenze (beliefs) e la distinzione tra sensazioni in grado di riferirsi immediatamente a qualità primarie (per es., il tatto) e sensazioni di tipo diverso, essenziali per la differenziazione delle qualità secondarie (per es., gusto e olfatto), nonché il tentativo di cogliere ciò che è innato e ciò che è acquisito nell’ambito del processo percettivo, sono da considerarsi tra i più importanti contributi filosofico-psicologici di Reid. Le sue opere principali sono: Inquiry into the human mind on the principles of common sense (1764); Essays on the intellectual powers of man (1785); Essays on the active powers of man (1788).