Filosofo scozzese (Strachan, Scozia, 1710 - Glasgow 1796), è considerato il fondatore della cosiddetta "scuola scozzese del senso comune", che ha esercitato la sua influenza, oltre che in Inghilterra, negli USA, in Francia e in Italia. Critico nei confronti dello scetticismo humiano e più in generale della teoria delle idee come intermediarie del processo conoscitivo, R. nell'ambito della sua ricerca filosofica ha analizzato la percezione come attività indipendente dalla coscienza, cioè in grado di cogliere nella sua immediatezza una realtà esterna certa in quanto avvalorata dal senso comune. Tra i suoi scritti più importanti Inquiry into the human mind on the principles of common sense (1764).
Compiuti gli studi di filosofia nell' univ. di Aberdeen fu pastore del villaggio di New Machar (1737-1752). Diede quindi inzio alla sua atività didattica presso il King's College di Aberdeen (1751-64) e successivamente nell'univ. di Glasgow (1764-81). Nel corso dei suoi studi R. sviluppò una critica radicale delle teorie della conoscenza precedenti, sia di tipo lockiano, berkeleiano e humiano, sia di tipo cartesiano, rifiutando in modo deciso le implicazioni scettiche che ne derivavano (particolarmente evidenti in Hume). Per R. la teoria delle idee come intermediarie del processo conoscitivo, rappresentative cioè di un oggetto esterno a noi, è dichiaratamente assurda perché, sia nel caso della percezione sia in quello della memoria e del pensiero, l'oggetto è dato nella sua immediatezza. Sostenne quindi il ruolo fondamentale dei principi impliciti nel senso comune, principi autoevidenti ("sono deciso ad assumere per pura fiducia l'esistenza mia stessa e l'esistenza di altre cose"), come base di qualsiasi corretta posizione filosofica, tentando di dimostrare che la problematizzazione o la messa in discussione di questi principi implichi incongruenze, contraddizioni e paradossi insolubili. La stessa impostazione estese anche ai problemi morali, inclinando verso tesi antideterministiche. L'analisi della percezione, consistente, secondo R., di sensazioni (feelings), concezioni (conceptions) e credenze (beliefs) e la distinzione tra sensazioni in grado di riferirsi immediatamente a qualità primarie (il tatto, per es.) e sensazioni di tipo diverso, essenziali per la differenziazione delle qualità secondarie (gusto e olfatto, per es.), nonché il tentativo di cogliere ciò che è innato e ciò che è acquisito nell'ambito del processo percettivo, sono da considerarsi tra i più importanti contributi filosofico-psicologici di Reid. Sono inoltre da ricordare: Essays on the intellectual powers of man (1785); Essays on the active powers of man (1788).