OCCLEVE, Thomas
Poeta inglese, nato probabilmente nel 1368 o 1369, morto circa il 1450. Della sua vita si conosce ben poco: nel 1387, sembra, ottenne un impiego nel Privy Seal Office; nel 1399 ebbe una pensione, accresciuta nel 1409, e nel 1424 ricevette un beneficio ecclesiastico, pur non avendo preso gli ordini.
Insieme con Lydgate, Gower ed altri, l'O. fa parte di quel gruppo di poeti contemporanei o immediatamente successivi a Chaucer, i quali oggi interessano soprattutto come documento della decadenza letteraria inglese nel lungo periodo di transizione tra Chaucer e Spencer. L'evoluzione della lingua verso la forma analitica moderna, con la perdita di talune desinenze, può solo in parte spiegare la versificazione scadente che nell'O., come, in diversa misura, negli altri rimatori del gruppo, rimane lontanissima da quella di Chaucer. Qualche interesse l'opera dell'O. conserva per le confessioni autobiografiche, da cui trae occasione per descrivere i costumi dell'epoca: così nella prima parte del De Regimine Principum, consigli al futuro Enrico V stemperati in circa 5500 versi, che è l'opera principale dell'O.; così in La Male Règle, poema meno lungo, in cui racconta le non straordinarie dissipazioni della sua gioventù. Sarebbe arrischiato attribuire piena veridicità a tale racconto, che però dà un quadro non inesatto, seppure incompleto, della vita di quel tempo. Ma artisticamente è un quadro a tinte molto scialbe. Come per altri suoi contemporanei, la maggior parte dell'opera dell'O. è formata da adattamenti e traduzioni: il De Regimine Principum è una versione in rhyme royal di uno o più originali latini, tra cui quello che Egidio Colonna scrisse per Filippo il Bello; i due racconti in versi Emperor Jereslaus' Wife e Jonathas sono ricavati dai Gesta Romanorum, ma dimostrano una notevole abilità narrativa. Ampiamente autobiografici sono anche un Complaint e un Dialogue with a Friend, il quale sembra sia stato scritto dopo un periodo d'infermità mentale seguita a una lunga malattia. Delle altre opere minori, The Mother of God (un tempo attribuita a Chaucer) è superiore a The Complaint of the Virgin; il primo è probabilmente, il secondo certamente una traduzione. Ugualmente tradotta dalla Epistre au Dieu d'Amour di Christine de Pisan è la Letter of Cupid to Lovers, scritta p10babilmente nel 1402. Pieno di querula umiliazione di sé in tutte le opere autobiografiche, egli trova accenti più virili nella sua Ars sciendi mori, tradotta dal latino e che, nel suo genere, è una delle sue opere migliori.
L'O. è stato, come il più diretto discepolo, in contatto con Chaucer, di cui ha scritto un'esaltazione nella prima parte del De Regimine Principum e di cui tra i suoi manoscritti ci ha conservato l'unico ritratto che si ritiene autentico. Ma, sebbene più leggibile di Lydgate, non privo d'interesse per certo coevo elemento d'attualità delle sue opere e capace a rari intervalli d'un verso bello e vigoroso, egli rimane una mediocre figura di transizione.
Bibl.: Ediz. delle opere a cura di F. J. Furnivall, in Early English Text Society, I e II, 1892-97, con introd. biografica, filologica e critica.