LINACRE, Thomas
Umanista, nato probabilmente a Canterbury nel 1460, morto il 20 ottobre 1524. Avviato all'umanesimo da W. Tilling Selling, studiò dal 1480 a Oxford, dove nel 1484 divenne insegnante. Poco dopo, al seguito del Selling, che Enrico VII mandò ambasciatore al papa Innocenzo VIII, il L. venne in Italia. A Bologna conobbe il Poliziano e a Firenze ne frequentò l'insegnamento insieme con i figli di Lorenzo de' Medici Piero e Giovanni. Ebbe anche maestro D. Calcondila. A Roma strinse amicizia con Ermolao Barbaro il quale si crede ispirasse al L. interesse per Arislotele (nella cui edizione aldina aiutò a Venezia Aldo Romano) e Plinio, per Galeno e altri scrittori di medicina. E in medicina il L. si laureò a Padova. Tornato in patria, insegnò greco a Oxford, avendo fra i suoi discepoli Th. More, che fu tra i maggiori umanisti inglesi, e acquistandosi fama di grande erudito. Nel 1501 fu chiamato a corte come tutore del principe Arturo, per il quale aveva tradotto il trattato astronomico di Proclo De sphaera, stampato a Venezia da Aldo Romano nel 1499. Scrisse in inglese una grammatica latina: Progymnasmata grammatices vulgaria; ne fece una revisione per la principessa Maria della quale fu nominato insegnante di latino; e in questa seconda forma la grammatica, tradotta in latino da G. Buchanan (pubbl. a Parigi nel 1533), fece testo in Francia per più di cinquant'anni. Salito al trono Enrico VIII, il L. fu nominato medico del re e praticò allora la medicina a Londra, prestando l'opera propria alle maggiori personalità del tempo (il cardinale Wolsey, il vescovo Fox, ecc.). Fu tra i fondatori del Royal College of Physicians. Nel 1520 il L. ricevette gli ordini sacri; si ritrasse allora da ogni attività, dedicandosi ai suoi lavori letterarî.
Il L. contribuì molto a introdurre a Oxford l'insegnamento regolare del greco, ma fu piuttosto studioso che letterato e nel campo stesso delle scienze è da considerarsi uomo di cultura anziché ricercatore. Anche per la medicina lasciò solo traduzioni, assai accurate però, sicché servirono sempre di norma e di testo per traduzioni e studî posteriori. Di esse, quelle da Aristotele sono andate perdute; si conservano invece le seguenti da Galeno: De sanitate tuenda (Parigi 1517); Methodus medendi (ivi 1519); De temperamentis et de inaequali intemperie (Cambridge 1521); De naturalibus facultatibus (Londra 1523); De symtomatum differentiis et causis (Londra 1524); De pulsuum usu (Londra s. a., ma forse 1523). Il De temperamentis fu ristampato a cura di J.F. Payne a Cambridge nel 1881 e si dice che in esso siano stati usati per la prima volta a Cambridge caratteri greci.
Bibl.: J. Noble Johnson, Life of Th. L., Londra 1835; W. Munk, Roll of the Royal College of Physicians, 2ª ed., Londra 1878; J. F. Payne, introduz. alla ristampa del De temperamentis, cit.; W. Osler, Th. L., Cambridge 1908