BENTON, Thomas Hart
Fu uno dei più vigorosi assertori dell'espansionismo continentale e del nazionalismo unionista, nella prima metà dell'Ottocento, e degl'interessi dei nuovi stati della valle del Mississippi. Figlio di un gentiluomo di campagna di vecchio tipo, amante delle lettere e fedele all'Inghilterra, egli era nato nella Carolina del Nord a Hillsborough, il 14 marzo 1782, e aveva passato la sua prima giovinezza nel paese degl'indiani Cherokee, in una grande tenuta del padre. La vita avventurosa della prateria e della foresta aveva sviluppato la sua aggressività impetuosa, e aperto alla sua intelligenza la visione della conquista e della colonizzazione del continente. I pionieri dell'interno erano avidissimi di terre da occupare e da lavorare, ausiosi di affermare i loro diritti di fronte alla borghesia capitalista degli stati costieri, irrequieti e aggressivi: B. fu l'interprete del loro spirito e dei loro interessi. Agl'inizî della sua attività politica, egli si legò con Samuele Houston; poi, abbandonato nel 1815 il Tennessee, si stabilì a St. Louis, allora un villaggio di speculatori di terre e di coloni, e tra essi, esercitando la sua professione di avvocato e difendendo nel suo giornale (il Missouri Inquirer) e nelle corti i loro diritti, fece la sua fortuna politica. Quando il Missouri fu eretto a stato ed entrò a far parte dell'Unione, B., allora già popolarissimo per la sua campagna espansionista, fu nominato senatore (1821).
Fino al 1851, egli occupò quest'ufficio e dominò la vita politica del Missouri, come capo del movimento jacksoniano in quello stato. Una volta si divise da Jackson per una inimicizia violenta che ebbe anche un episodio sanguinoso, quando, in un alterco in una taverna, Jackson venne ferito di mano dello stesso B. o di suo fratello Jesse; ma poi si riconciliò con lui e nel senato fu uno dei più vigorosi sostenitori della politica e della persona del Jackson. Rimase poi sempre il più impetuoso rappresentante della democrazia agraria, con la sua solida volontà di espansione territoriale, di colonizzazione, di messa in valore dei territorî occidentali, con la sua fanatica avversione al capitalismo cittadino, con il suo nazionalismo terriero chiuso e isolatore e con la sua ideologia livellatrice. Dei tre gruppi d'interessi che durante il periodo della cosiddetta "democrazia jacksoniana" entrarono violentemente in lotta - il gruppo industriale, bancario e mercantile degli stati del nord, il gruppo dell'aristocrazia terriera degli stati del sud e il gruppo dei coltivatori e speculatori di terre degli stati occidentali - B. rappresentò quest'ultimo. Preciso e vasto fu il suo programma di espansione degli Stati Uniti. In rapporto ad esso, egli sollecitò il mantenimento dei diritti americani sul Texas e sull'Oregon, l'allontanamento verso occidente delle tribù indigene, la riduzione del prezzo in contanti delle terre pubbliche, la concessione gratuita di piccole proprietà di 160 acri a lavoratori che si impegnassero a coltivare e migliorare i terreni, lo sviluppo della navigazione del Mississippi, la costruzione di strade per lo sviluppo del commercio con il Nuovo Messico e la costruzione di telegrafi e di ferrovie sul retroterra. In un certo senso egli si riallacciava idealmente ai principî jeffersoniani, secondo i quali le terre di dominio pubblico dovevano essere usate allo scopo di creare una nazione di coltivatori liberi, unica base, per il Jefferson, solida e durevole di una repubblica. Il suo piogramma espansionista aveva dunque un contenuto politico che lo distingueva tanto dal programma degli speculatori di terre quanto da quello degli schiavisti, ed era limitato dalla sua convinzione che non bisognava favorire né la speculazione né l'estensione della schiavitù. Egli stesso era un possessore di schiavi, ma contrario alla schiavitù come istituzione, riteneva che bisognasse combattere tanto l'abolizionismo, quanto l'estensione della schiavitù, e che soprattutto bisognasse impedire che la questione della schiavitù minacciasse l'unione degli stati. Il problema politico del mantenimento dell'Unione dominò completamente in lui il problema teorico del mantenimento della schiavitù, e più che altro egli si batté per impedire qualunque concessione al secessionismo o a dottrine, come la teoria dell'"annullamento", che avevano delle implicazioni secessioniste.
Ma questo suo atteggiamento, che ebbe la sua manifestazione definitiva nelle discussioni per il compromesso del 1850, lo allontanò naturalmente dagl'interessi del partito democratico, quando, con il decadere del nazionalismo e dell'unionismo jacksoniano, nel partito cominciarono a prevalere gli elementi separatisti. Egli rimase fermo alla sua politica, ma isolato; e nel 1850 il Missouri non gli rinnovò più il suo mandato. L'anno dopo, fu ancora eletto deputato; ma nel '54, decaduto dall'ufficio, non fu rieletto. La sua influenza politica, per trent'anni grandissima, era finita. Egli si dedicò allora a scrivere le sue memorie, riesaminando trent'anni di vita americana dal 1820 al 1850, i trent'anni della sua maggiore attività: le chiamò infatti Thirty years view. Ne pubblicò il primo volume nel '54 e il secondo nel '56. Compilò anche un Abridgement of the Debates of Congress dal 1789 al 1850, in 16 volumi (1857-1861), e un'Historical and Legal Examination of the Dred Scott case (1857). Finì con questo lavoro la sua vita. Morì a Washington il 10 aprile 1858. La sua Thirty years view è una delle fonti più interessanti per la conoscenza di quel periodo.
Bibl.: T. Roosevelt, Th. H. Benton, Boston 1888; W. M. Meigs, Life of Th. H. Benton, Londra 1904; J. Roger, Th. H. Benton, Philadelphia 1905.