BRADWARDINE, Thomas
Matematico, teologo e filosofo, detto doctor profundus, nato prima del 1290 a Chichester (costa meridionale dell'Inghilterra). Studiò ad Oxford, dove fu poi maestro. Divenuto arcivescovo di Canterbury, vi morì il 26 agosto 1349. Sotto l'influenza dello scotismo, seguì soprattutto S. Agostino e S. Anselmo, oltre che Duns Scoto e Roberto Grosseteste, ma ebbe pure molta ammirazione per S. Tommaso, e grande simpatia per la letteratura ermetica. La sua più importante opera teologica è il De causa Dei adversus Pelagium et de virtute causarum ad suos Mertonenses, scritta nel 1344 a Londra. In essa è caratteristica la tendenza alla deduzione rigorosa, di stile matematico, da principî generalissimi, quali, p. es., l'argomento ontologico di S. Anselmo, dal B. perfezionato con la dimostrazione dell'intrinseca possibilità logica del concetto dell'ente perfettissimo. Nella concezione della volontà divina e umana, è notevole come il B., rigorosamente sostenendo il concetto scotistico dell'assoluta libertà del volere divino di fronte a ogni legge, ne traesse la conseguenza, non scotistica, della necessitazione del volere umano.
Bibl.: K. Werner, Die Scholastik des späteren Mittelalters, III, Vienna 1883, pp. 234-306. Cfr., per ulteriori indicazioni, F. Ueberweg, Gründriss der Gesch. d. Philosophie, II, iiª ed., Berlino 1922, p. 788.