BERNHARD, Thomas
Scrittore austriaco, nato a Heerlen (Olanda) da genitori austriaci il 9 febbraio 1931, morto a Gmunden il 12 febbraio 1989. Percorsa una breve esperienza lirica (1957-60), è passato alla narrativa e in seguito, parallelamente, al dramma. In ambedue prolifico, ma ancor più coerente nelle tematiche, nell'impostazione e nella finalizzazione, nonché negli strumenti espressivi, B. fu tutto immerso nel guardare l'uomo condannato a un mondo di desolazione, senza appoggi né prospettive, dove l'individuo parte già sconfitto nel suo cercare di misurarsi con i problemi ultimi, e pertanto irrisolvibili e più indietro neppure più proponibili, vincolati al fatto stesso dell'esserci, in una vita risolta senza residui in malessere inguaribile, proiettato verso l'ineluttabilità della morte.
Rispetto ad altri autori, segnati anch'essi da uno sconforto insanabile, B. si segnala e forse s'impone per una costante insolita implacabilità, espres sa con un'ossessività lessicale e sintattica pressoché unica; la compatta uni tà che ne risulta per l'intera opera corre, almeno in una seconda fase, il rischio d'una formula abilmente manipolata fino al limite d'un maniera to virtuosismo. Privo di mezzi toni B. si presenta come un dissociato osti nato e sdegnoso e persino fanatico specie nel suo odio-amore verso l'Au stria ("questo assurdo paese"), espresso con crescente violenza distruttiva e ostentata villania, a provocatoria repulsa d'una tradizione di civiltà e di cultura ridotte, a suo vedere, al vuoto autocompiacimento d'una ristagnante ipocrisia collettiva.
Nella narrativa, si segnalano Frost (1963; trad. it., 1986), Amras (1964; trad. it., 1989), Verstörung (1967; trad. it., 1981), Watten (1969; trad. it., 1983), Ereignisse (1969; trad. it., 1989), Das Kalkwerk (1970; trad. it., 1984), Der Italiener (1971; trad. it., 1981), Ja (1978; trad. it., 1982), Wittgensteins Neffe (1982; trad. it., 1989), Der Untergeher (1983; trad. it., 1985), fino al ponderoso, unico in tal senso, Auslösung (1986) e alla giovanile, ma postuma, silloge In der Höhe (1989). Di maggiore linearità, fuori da cerebralismi talora estremi, sono i testi espressamente autobiografici, fra cui Die Ursache. Eine Andeutung (1975; trad. it., 1982) e Der Keller. Eine Entziehung (1976; trad. it., 1984).
Giunto al teatro nel 1970 (Ein Fest für Boris; trad. it., 1982), B. vi ribadisce e semmai accentua la centralità quasi metafisica del male, giovandosi della peculiarità comunicativa del genere per potenziare la propria carica provocatoria e per dare evidenza plastica al suo mondo in sfacelo, in cui si muovono, fin dove pure si muovono, individui privi di ogni solidarietà, protagonisti esclusivi del loro naufragio e per questo emblematici nella loro mostruosità.
Fra i vari titoli, tutti largamente discussi e comunque fra i più rilevanti del teatro di lingua tedesca degli anni Settanta e Ottanta: Die Jagdgesellschaft (1974; trad. it., 1984), Minetti. Ein Portrait des Künstlers als alter Mann (1977; trad. it., 1984), Der Weltverbesserer (1979; trad. it., 1982), Am Ziel (1981; trad. it., 1984), fino all'ultimo lavoro rappresentato in vita, Heldenplatz (1989) e al postumo Elisabeth II (1989).
Bibl.: I. Berthier-Verondini, Trilogia dell'intellettuale: Frost, Verstörung, Das Kalkwerk di Th. Bernhard, in Studi germanici, 1974, pp. 69-97; B. Sorg, Th. Bernhard, Monaco 1977; M. Jurgensen, Th. Bernhard, Berna 1981; AA.VV., La perfidia dell'arte. Atti del convegno su Th. Bernhard, Sesto Fiorentino 1982; U. Rubini, Th. Bernhard e il mosaico della coscienza, Bari 1984; L. Quattrocchi, Th. Bernhard in Italia, in Cultura e scuola, 1987, pp. 46-58; A.G. Gargani, La frase infinita. Th. Bernhard e la cultura austriaca, Roma-Bari 1990.