THIASOS (ϑίασος, thiăsua)
La parola è usata da Nonno (Dionys., xiv, 105 ss.) in senso mitico per indicare colui che guidò il corteo di satiri che accompagnarono la spedizione di Dioniso in India; il termine si trova in numerose iscrizioni di età ellenistico-romana per i circoli religiosi composti di bàcchoi, bàcchai e sàboi, specialmente quelli di Dioniso Sabazio. Ma qui noi lo adoperiamo, come genericamente fanno gli archeologi, per designare il corteo che accompagna alcune divinità, che sono soprattutto Dioniso, ovvero Posidone ed Anfitrite. È quindi soltanto nell'accezione figurativa e non in quella ben più vasta, religiosa ed antiquaria, che qui si considera il th. bacchico e marino.
1. - I sileni e satiri, menadi e ninfe, accompagnano con la loro rumorosa allegria il dio Dioniso nelle sue peregrinazioni; tuttavia i personaggi che sono intorno a lui non hanno un ordine stabilito; il th. si arricchisce di personaggi, a mano a mano che il culto dionisiaco si organizza. Mentre nel V sec. a. C., sui vasi, le rappresentazioni figurate del th. bacchico non sono complesse, perché in generale riflettono poche varietà del mito dionisiaco (ritorno di Efesto all'Olimpo, generiche danze dionisiache, qualche banchetto, e soprattutto le nozze di Dioniso ed Arianna e l'episodio del ratto di Arianna a Nasso) nella ceramica della fine del V e del IV sec. a. C. gli episodi si arricchiscono per influenze teatrali ma anche per gusto alla narrazione particolare che prevale nel IV sec. a. C. Spesso le menadi suonano il tamburello danzando, mentre i satiri si esibiscono in genere in balli scomposti ovvero offrono piatti di frutta e di offerte. Soprattutto notevole in queste scene è la presenza di Eros, che viene a fare parte del th., non soltanto in quelle relative alle nozze di Dioniso e di Arianna, ma anche in quelle dove soltanto è genericamente raffigurato il beato riposo del dio onorato dai suoi fedeli accompagnatori. Anche Pan in aspetto giovanile viene a far parte del th. accentuando così il carattere caprino di una parte del corteo dionisiaco. Nell'insieme il th. del VI e del V sec. a. C. aveva un tono più movimentato e licenzioso; nel IV sec. a. C., organizzato in base ad una specie di rituale che sta intorno alle nozze di Arianna col dio, si fa più solenne ed in certo modo mistico e, quasi, organizzato in senso liturgico. Soltanto nelle scene che cominciano a comparire alla fine del V sec. a. C., raffiguranti il dio su di una pantera (che fanno capo a certe figurazioni del Pittore di Kadmos e dei vasi di Kertç la compagnia bacchica assume un vorticoso movimento come nelle scene nelle quali il dio è sul grifo, ovvero in quelle dove, sotto l'aspetto di Sabazio (e cioè riccamente vestito all'orientale) è oggetto di particolare adorazione.
L'organizzazione del culto dionisiaco con i suoi sileni, satiri, thyrsophòroi, boukòloi ed archiboukòloi, ha i suoi riflessi nell'arte figurativa dell'Impero Romano, specialmente nei mosaici e nei sarcofagi. Gli esempî porterebbero assai lontano; ma uno è da ricordare almeno, cioè quello del th. bacchico formato da satiri, menadi e Panìskoi, sui sarcofagi bacchici rinvenuti a Roma nel sepolcro dei Calpurnii Pisoni nel 1885, ed ora conservati in grandissima parte a Baltimora; questi sarcofagi, databili fra Adriano ed i primi Severi, raffigurano l'infanzia di Dioniso, le sue nozze con Arianna, le peregrinazioni del dio, il suo trionfo in India e la sua vittoria sulla morte.
2. - Per th. marino s'intende quel complesso di esseri marini che accompagnano Posidone ed Anfitrite nel loro viaggio sul mare; si tratta di tritoni, tritonesse (v.), ippocampi, nereidi, su tritoni e delfini e cetacei varî. Mentre l'età arcaica aveva limitato le figurazioni soltanto ad esseri isolati, nel IV sec. a. C. specialmente il corteo marino si organizza nei suoi vari componenti ed assume aspetti complessi. Le nereidi sono talora sedute diritte sugli animali marini, ma dopo il IV sec. a. C. son raffigurate semisdraiate, mentre si librano quasi in volo sulle acque nei più vari scorci ed atteggiamenti. Certamente una delle composizioni plastiche che più hanno contribuito alla diffusione di questa scena è il th. marino di Skopas; ma di questo sappiamo ben poco. Tuttavia si è voluto mettere soprattutto in rapporto con l'opera scopadea un mosaico di Olinto, del IV sec. a. C., che raffigura le nereidi su animali marini recanti le armi di Achille. Altri elementi del th. scopadeo sono stati indicati anche nel Tritone di Berlino e nel torso di Tritonessa di Ostia. Ma anche altre opere hanno forse influito sulla formazione figurativa del th.; l'esame ad esempio delle gemme e di alcuni rilievi di urne etrusche tarde, ha fatto pensare che alla base di quelle scene dove sono raffigurati Posidone e nereidi con accentuata trattazione anatomica, anche per i movimenti di queste figure essenzialmente in senso frontale e non in profondità, vi sia un th. dipinto che potrebbe risalire a scuola pergamena. Né l'ara di Domizio Enobarbo (v.), con la scena di Posidone ed Anfitrite accompagnati da varî esseri marini e da nereidi, deve necessariamente, come si voleva un tempo, mettersi in relazione col th. scopadeo; nella sua fredda concezione anatomica essa rivela una commistione tale di ispirazione plastica ed anche pittorica (accentuata, quest'ultima, nel gruppo del Vaticano del centauro marino che rapisce una ninfa) che la riterremmo piuttosto opera neoattica ed eclettica. E la varietà sconcertante di ispirazione dei thöasoi marini dei mosaici, da quelli ostiensi a quelli tunisini o romani, conferma che questo genere di rappresentazioni doveva subire trasformazioni imponenti per il suo carattere decorativo, che si piegava talora al capriccio dell'artigiano assai docilmente. Una unità di svolgimento pertanto nel th. marino, anche dopo le acute indagini, fitte di dati e serrate di fatti, del Rumpf, non sembra possibile scorgere per il momento.
Monumenti considerati. - Kölix di Würzburg: Furtwängler-Reichhold, Griech. Vasenmalerei, I, p. 220. Per le rappresentazioni figurate del th. sui vasi nel V sec. a. C.: J. Metzger, Les représentations dans la céramique attique du IVme siècle, Parigi 1951, p. 22 ss. Kölix di Tarquinia con Arianna addormentata dello stile di Brygos: C. Watzinger, in Arch. Ephem., 1937, P. 451. Stesso tema sulla pelìke londinese nello stile di Kertç: K. Schefold, Unters. zu kertscher Vasen, Berlino 1934, n. 515, tav. IV, 2, figg. 14-15. Vaso di Pronomos, rovescio: E. Buschor in Furtwängler-Reichhold, op. cit., ii, p. 144. Scene di Dioniso a banchetto in riposo, ovvero a cavallo di una pantera o adorato insieme ad Arianna dai fedeli, anche come Sabazio: J. Metzger, op. cit., pp. 110-154. Sarcofagi dionisiaci di Baltimora ed altri: K. Lehmann Hartleben, Dionysiac Sarcophagi in Baltimore, Baltimora 1942. Sul problema del th. marino e la storia della sua evoluzione figurativa: A. Rumpf, op. cit. in bibl. Sull'archetipo pittorico del th.: G. A. Mansuelli, Ricerche sulla scrittura ellenistica, Bologna 1950, pp. 67 ss. Th. marino scopadeo: P. E. Arisa, Skopas, Roma 1952. Fregio di Monaco dell'Ara di Domizio Enobarbo: A. Furtwängler, Intermezzi, Berlino 1896, p. 35; W. Fuchs, in Jahrbuch, XIX Ergänz., Berlino 1959. Torso di tritone di Berlino: A. Neugebauer, in Jahrbuch, LVI, 1941, pp. 179 ss. Torso di Tritonessa di Ostia: Not. Scavi, 1914, p. 297.
Bibl.: O. Kern, in Pauly-Wissowa, XVI, 1933, c. 1290 ss., s. v. Mysterien: Schaefer, ibid., I, A, 1920, cc. 1540 ss., s. v. Sabazios; M. P. Nilsson, Gesch. griech. Religion, Monaco 1941, pp. 53 ss.; 578 ss.; II, 1950, pp. 457 ss.; 631 ss.; A. Rumpf, Meerwesen, Berlino 1939, in Robert, Ant. Sarkophagrel., specialmente le pp. 110 ss.; 123.