THESE
Forma etrusca del greco Θησεύς. Il nome ritorna in tre raffigurazioni: due scarabei (A. Furtwängler, Gemmen, tav. xvi, 66 e xvii, 55) e un riquadro della tomba dell'Orco di Tarquinia (camera più recente).
Nel primo scarabeo l'eroe è solo, seduto su uno sgabello, con il braccio destro poggiato sul ginocchio e la mano portata sulla fronte. È difficile cogliere un riferimento preciso a qualche episodio della saga, tanto più che nella stessa tavola del Furtwangler sono inclusi altri esemplari con la stessa figura, la quale o manca di indicazione onomastica o è definita addirittura con nomi di altri eroi. Il secondo scarabeo si riferisce invece all'episodio del sollevamento della rupe e del rinvenimento della spada e dei sandali paterni. Il riquadro della Tomba dell'Orco riproduce la punizione di Th. e Piritoo nell'Ade dopo il tentativo di rapire Persefone: i due eroi sono seduti di fronte su una roccia e minacciati con serpenti dal demone Tuchulcha. La scena si rifà alla ceramica italiota ma con evidenti rielaborazioni etrusche: ad esempio il fatto che essi non siano legati o la presenza di Tuchulcha e dei serpenti. Il mito di Teseo ha, nell'arte etrusca, un'esemplificazione più antica e più larga di quanto non risulti dalle opere su menzionate (si veda la voce teseo).
Bibl.: A. Furtwängler, Gemmen, I, pp. 81; 85; Fr. Weege, Etruskische Wandmalerei, Halle 1921, p. 30; E. Fiesel, in Pauly-Wissowa, VI A, 1936, c. 14; R. Herbig, Götter und Dämonen der Etrusker, Heidelberg 1948, p. 23; M. Pallottino, La peinture étrusque, Ginevra 1952, p. 112. Per il mito di Teseo in Etruria: F. Brommer, Vasenlisten zur griechischen Heldensage2, Marburgo 1960, p. 159 ss. (con bibl. prec.). Per questioni linguistiche: G. Devoto, Tendenze fonetiche etrusche, in St. Etr., I, 1927, pp. 260 ss.; 285; E. Fiesel, Namen des griechischen Mythos im Etruskischen, Gottinga 1928, p. 132 (Namenverzeichnis, s. v. Θese).