ROOSEVELT, Theodore
Ventiseiesimò presidente degli Stati Uniti, nato a New York il 27 ottobre 1858, morto a Segamore Hill, presso New York, il 6 gennaio 1919. Discendeva da famiglia olandese emigrata nel 1644 agli Stati Uniti. Ascritto nel 1876 nel collegio Harvard, quattro anni dopo ottenne il diploma di bachelor of arts; e già sui banchi di scuola diede prova di vivido ingegno e di amore agli studî storici, cominciando a stendere una Storia della guerra navale del 1812 (The Naval Operations of the war between Great Britain and the United States, 1812-1815) da lui condotta a termine negli anni successivi, non tralasciando di dedicarsi con ardore agli esercizî sportivi che non trascurò neppure quando la sua attività parve del tutto assorbita nelle lotte politiche. Repubblicano per tradizioni familiari e per convinzione personale, il R., a ventitré anni fu eletto membro dell'assemblea di New York, rivelandosi fin d'allora rigido amministratore del pubblico erario, e deciso avversario di qualunque sistema di corruzione, noncurante delle acerbe opposizioni di quanti erano colpiti nei loro interessi. Quando (1884) J. G. Blaine fu designato dalla convenzione nazionale del partito repubblicano come candidato alla presidenza della confederazione, il R., che lo avversava, si ritrasse dalla vita politica; ma nel 1886 accettò la candidatura a sindaco di New York, non riuscendo però eletto. Chiamato nel 1889 a far parte della Commissione del servizio civile, vi rimase fino al 1894, quando W. L. Strong, sindaco di New York, lo scelse per uno dei capi della polizia di quella città; e anche allora, il R. si mostrò nemico irreducibile di quanti, in un modo o nell'altro, approfittavano della cosa pubblica. Due anni dopo fu nominato sottosegretario alla Marina, che pose in grande efficienza durante la guerra con la Spagna, alla quale partecipò col grado di tenente colonnello d'un corpo di volontarî a cavallo, i famosi Rough Riders, segnalandosi nella carica della collina di San Juan presso Santiago di Cuba. Portato candidato dei repubblicani a governatore dello stato di New York (1898), fu eletto con una buona maggioranza, dando nel disimpegno di quell'alta carica nuove prove della sua inflessibilità nel reprimere abusi, costringendo società e uomini politici di qualunque partito, repubblicano o democratico, all'esatto pagamento dei tributi. Per impedire la sua rielezione, gli avversarî lo persuasero ad accettare la candidatura alla vicepresidenza nella convenzione del 1900 a Filadelfia; R. riuscì eletto e, in seguito all'assassinio di McKinley, fu assunto il 14 settembre 1901 alla presidenza degli Stati Uniti e l'8 novembre 1904 ne ottenne la rielezione contro il candidato democratico A. B. Parker. Grande fu l'attività del R. nel disimpegno della sua carica presidenziale, e fra gli atti più salienti sono da indicare l'accordo nello sciopero del carbone; la lotta contro i trust e i monopolî già esistenti o in formazione; la mediazione fra la Russia e il Giappone; la pacificazione di Cuba; la rivendicazione della dottrina di Monroe nell'incidente col Venezuela; la costruzione del canale di Panama; infine, la lotta incessante per difendere il demanio pubblico dagli abusi, per salvaguardare le risorse naturali a favore del popolo, per colpire e sradicare la corruzione in tutti i rami dei pubblici servizî. Fin da quando era stato eletto alla presidenza (1904), aveva dichiarato di rinunziare a una rielezione, e tanto più lo ripeté nel 1908, dopo sette anni di rude governo. Riuscì a fare sì che a succedergli fosse eletto W. H. Taft, candidato da lui preferito; e subito dopo intraprese un lungo viaggio nell'Africa Orientale, dove, insieme col figlio, attese ad arrischiate imprese cinegetiche. Tornato in patria, cedendo alle pressioni degli amici, riaffacciò la sua candidatura, in nome del partito progressista da lui fondato, alla presidenza (1912) contro il Taft, che aveva deluse le aspettazioni del partito repubblicano a cui il R. aveva appartenuto; ma della campagna elettorale, che fu asprissima, seppe trarre profitto il partito avversario, e riuscì vincitore W. Wilson.
Il R. nell'ottobre del 1913 compì un viaggio di esplorazione nell'America Meridionale; cadde però gravemente infermo di febbri tropicali contratte nelle foreste brasiliane e fu costretto a tornare agli Stati Uniti nel maggio del 1914. Durante la guerra mondiale fu contrario alla politica assai enigmatica del Wilson, di lui combatté la rielezione nel 1916, senza però riuscire nell'intento. Fu tuttavia lieto quando gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania, e chiese di partecipare al conflitto con un corpo di volontarî; ma, nonostante l'approvaziore ottenutane dal congresso, il Wilson pose il veto. Il R. fu scrittore fecondo; oltre a numerosi articoli di riviste, pubblicò: The Winning of the West (1889-1896), storia dell'espansione graduale degli Stati Uniti verso il Pacifico; American Political Ideals and other Essays (1897); African Game Trails (1910); Autobiography (1913); biografie e saggi critici su H. Morris, O. Cromwell, Th. H. Benson, ecc. Grande successo ebbe il suo volume intitolato: The strenuous Life (1900). Per l'importanza dell'azione del R. nel campo della politica estera degli Stati Uniti, v. stati uniti: Storia.
Bibl.: M. Halstead, Life of R., Akron 1902; F. E. Leupp, Biography of Th. R., New York 1904; J. A. Riis, R., the citizen, ivi 1904; H. Morgan, Th. R., the boy and the man, ivi 1907; G. W. Douglas, Life of Th. R., ivi 1907; J. Burroughs, Camping and Tramping with R., Boston 1907; A. Shaw, Cartoon history of R.s career, New York 1910; J. H. Moore, R. and the Old Guard, ivi 1925; E. H. Colton, Th. R., ivi 1925.