AUBANEL, Théodore
Nacque il 26 marzo 1829 in Avignone, ed ivi morì il 24 ottobre 1886. Il padre era uno stampatore papale, la madre discendeva da un avventuriero greco. Con questi dati biografici si sogliono spiegare la sensualità e la religiosita insieme della sua singolare poesia. Il suo primo libro, La miougrano entredouberto (1860), è infatti cristiano; il secondo, Li fiho d'Avignoun (1885), pagano. Bisogna però aggiungere che tutti e due sono provenzali: L'A., educato in patria, rimasto sempre nella città natale, occupato nell'azienda domestica, non sentendo quasi, intorno a sé, altro che la parlata paesana, quando la rinascita provenzale moderna cominciò a delinearsi, collaborò alla raccolta Li prouvençalo (1851) e partecipò al Roumavagi dei troubaire (1852). Ma più importante fu, anche per lui, come per il Roumanille e per il Mistral, il convegno di Font-Ségougne (1854), dove ebbe vita il felibrismo (v.). L'A. ne trasse infatti incitamento alla composizione dei capolavori già nominati, il primo dei quali ispirato dall'amore per una Zani (Jenny Manivet), che però prese il velo e morì suora di carità in Oriente; il secondo, pieno d'amore profano e sensuale per altre donne, fra le quali una Viouleto d'Or (Loudovine Gassen). Ma Li fiho d'Avignoun gli procurarono fastidî tali con l'autorità eeclesiastica, che egli soppresse una parte del suo libro, e non osò dar fuori i drammi, ai quali già s'era dedicato, e nei quali l'ardenza del suo spirito ferveva impetuosamente. Lou pan dòu pecat, scritto nel 1863, era il dramma dell'adulterio che non intende freno di leggi, morali o civili, né si preoccupa di conseguenze, anche se queste sboccano nella dissoluzione di una famiglia o nella morte della colpevole. E Lou pastre metteva in scena l'istinto bruto dell'uomo pressoché primitivo, il quale vuol sua la donna, anzi ogni donna desiderata, e tutte le assoggetta, riluttanti o no. Il primo dramma rimase non rappresentato fino al 1876; il secondo fu creduto perfino distrutto e venne ritrovato recentemente. Qualche altro lavoro affrontò la scena solo perché meno pericoloso. Comunque, in tutte le opere dell'A. confluiscono la letteratura provenzale antica, cortigiana, cavalleresca, idealizzatrice della donna e dell'amore, e la moderna, popolare, realistica, romanticamente libera nei riguardi della passione, presa per quello che è. Altri libri si hanno col nome dell'A., ma composti dopo la morte di lui, con cose sue o inedite o sparpagliate. Più importante è la raccolta di liriche Lou reire soulèu, e non manca d'interesse l'epistolario Lettres à Mignon, contenente una corrispondenza di venti anni con una terza donna (Sophie Jenna) di famiglia russa, educata in Grecia, e poi maritata con un ufficiale francese. L'amore del poeta fu casto, perché fra i due non vi furono che rapporti epistolari, e, d'altra parte, l'A. era ormai maturo ed ammogliato con la signora Joséphine Mazen, sua collaboratrice e poi continuatrice nella divulgazione tipografica della moderna letteratura provenzale. Lo spirito grettamente tradizionalista della sua casa impedì all'A. di comprendere l'Italia risorgente. Celebrò in Avignone, nel 1875, il Petrarca; ma solo perché il Petrarca, in Provenza, è considerato come di famiglia. Contro le cosiddette pretese italiane su Roma aveva del resto nel 1869 già scritto Lou poutoun de Judas. Ma per vero tutto ciò non gl'impedì di essere un gran poeta latino. Il Mistral ne disse l'elogio quando nel 1887 gli fu eretto un busto in Avignone, e preluse all'edizione definitiva della Miougrano.
Bibl.: F. Mistral, Éloge d'A., in Revue Félibréenne, 1887; N. Welter, Theodor Aubanel, ein prov. Sänger der Schönheit, Marburgo 1902, trad. francese di J. Waldner e F. Charpin, Avignone 1904; L. Legre, Le poète Th. A., Parigi 1893; S. Bourreline, Lettres à Mignon (Le poète T. A. et M.me la comtesse du T***), Avignone 1899; E. Ripert, La Renaissance provençale, Parigi 1924; J. Vincent, Th. A., la vie et l'homme, le poète, Avignone 1924; Ch. Maurras, Th. A., Parigi-Avignone 1928. - Per le traduzioni italiane, v. E. Portal, Antologia provenzale, Milano 1911; M. Chini, Liriche provenzali moderne, in Rassegna moderna di letterature straniere, Firenze 1907; A. De Giovanni, Le vergini d'Avignone, Milano 1914; G. Malfatti-Neri, Il pane del peccato, Torino 1924.