AUFRECHT, Theodor
Indianista e linguista nato da famiglia israelita a Leschnitz, nell'Alta Slesia, il 7 gennaio 1822; morto a Bonn il 3 aprile 1907. Iscrittosi nel 1843 all'Università di Berlino, coltivò da principio quasi unicamente la filologia classica, ma in seguito allargò il campo della sua indagine, e, attratto dagl'insegnamenti del creatore della grammatica comparata, volse la mente al sanscrito e alla nuova glottologia. Oltre che del Bopp l'A. fu scolaro di C. C. Lachmann, di A. Boeckh, e condiscepolo di A. Kirchhoff, di A. Kuhn, di A. Weber. Si laureò nel 1847, in Halle. Le prime sue indagini (se si eccettua la sua dissertazione De accentu compositorum sanscritorum, Bonn 1847) furono d'indole diversa da quante seguirono poi; in collaborazione con il Kirchhoff egli trattò difatti dei primi monumenti linguistici umbri (Über die umbrischen Sprachdenkmäler, voll. 2, 1849-1851). L'acutezza dell'investigazione, diretta a decifrare e a trovare il significato di quelle antiche iscrizioni, non sfuggì agli studiosi del tempo e rese subito illustre il nome dell'autore principale di questo primo lavoro. Ottenuta nel 1850 la libera docenza all'Università di Berlino, l'Aufrecht l'esercitò sino al 1852, occupandosi in ispecial modo dalla cattedra di antico nordico inglese e di antico sassone. Nel 1851 fondò con il Kuhn la Zeitschrift für vergleichende Sprachforschung, la quale dopo alcuni anni venne continuata dal solo Kuhn e poi da altri. Nel 1852 ottenne un impiego nella Biblioteca Bodleiana di Oxford, nella quale poté compiere dal 1859 al 1864 il famoso: Catalogus codicum sanscritorum postvedicorum... in Bibliotheca Bodleiana Oxoniensi, a cui seguì nel 1869 l'altro: A Catalogue of Sanscrit Manuscripts in the library of Trinity College, Cambridge.
In questi lavori l'Aufrecht diede sicure basi alla determinazione della storia della letteratura indiana e le linee fondamentali di una. cronologia di essa. Ma la grande attività di lui, paragonabile a quella di Ottone Böhtlingk e del Weber (v.), non fu interamente assorbita da questi due poderosi lavori.
Oltre a numerosi scritti comparsi nella Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft e nelle Transactions of the philological Society intorno alle lingue classiche e germaniche e al sanscrito, egli, durante la compilazione dei due cataloghi, dava edizioni di opere grammaticali e lessicografiche indiane e nel 1861-1863 nei volumi VI e VII delle Indische Studien, pubblicava la prima edizione completa del Ṛgveda, anche oggi la più apprezzata: Die Hymmen des Ṛgveda (già nel 1852 a Oxford aveva collaborato con F. Max Müller alla grande edizione del Ṛgveda con il commento indigeno); la cui 2ª edizione comparve poi a Bonn nel 1877. Chiamato nel 1862, per la fama in cui era salito dopo l'inizio della pubblicazione del primo catalogo, a coprire la cattedra di sanscrito e di grammatica comparata di Edimburgo, vi rimase sino al 1875, anno in cui, morto Chr. Lassen, fu invitato a succedergli a Bonn. Dopo quattordici anni di insegnamento, fu nel 1889 dispensato dall'obbligo di far lezione. Nel 1873 egli aveva intanto pubblicato a Lipsia uno studio su un'antologia indiana (Über die Paddhati von Sārñgadhara) e nel 1879, a Bonn, l'Aitareya Brāmaṇa; con estratti da un commento indigeno (Sāyaṇa), con indice delle parole, dei versi citati e con note; e negli anni successivi molti e varî scritti di minore importanza. Ma l'opera sua capitale, alla quale i cataloghi dei manoscritti di Firenze (1892), di Lipsia (1901) e di Monaco (uscito postumo nel 1909) sono connessi, è il Catalogus catalogorum (An Alphabetical Register of Sanscrit Works and Authors), Lipsia 1891, II, 1896, III, 1903; opera colossale che costituisce un prezioso mezzo di consultazione, poiché contiene, classificati e determinati, tutti i manoscritti sanscriti (all'infuori dei buddhistici e jainici) conosciuti sino al 1893 e i nomi di tutte le opere sino allora note della letteratura indiana.
Pur fra gli studî severi non lasciò l'A. di comporre un'operetta che ebbe popolarità, dal titolo Blüthen aus Indostan (Bonn 1873).
Bibl.: A. Ballini, in Rivista di Studi Orientali, 1906, pp. 165-168; H. Jacobi, in Biographisches Jahrbuch (di A. Bettelheim), XII, p. 326 segg.