GATTI, Theobaldo di (Teobaldo di G., Théobalde, Teobaldi)
Nacque a Firenze attorno al 1650. Tutte le più antiche fonti, tra le quali É. Titon du Tillet (nel suo Parnasse françois, 1732), ci segnalano il suo arrivo a Parigi attorno alla fine del 1675 sulle tracce di G.B. Lully, del quale il G. aveva ascoltato a Firenze alcune sinfonie delle prime opere, rimanendone entusiasta. L'accoglienza riservata da Lully al giovane compatriota dovette essere molto calorosa tanto che, dopo averne apprezzato le sue qualità di strumentista, lo assunse nell'orchestra dell'Opéra come basse de viole. Forse prese parte alla prima rappresentazione di Atys di Lully il 10 genn. 1676.
Da Lully il G. ricevette inoltre lezioni di composizione, ed è sicura la grande stima di cui egli godette in Francia, dove era noto con il semplice nome di "Théobalde".
Nel Livre commode des adresses de Paris pour 1692 (Paris 1878) A. du Pradel lo menziona tra i "maîtres pour la viole" e la sua abitazione risulta essere in rue de Richelieu. Nel 1719 il G. era ancora basse de violon nell'orchestra dell'Opéra e tale incarico fu da lui mantenuto fino alla fine della sua vita. Durante il regno di Luigi XIV, probabilmente su richiesta di Lully, in data non precisabile aveva ottenuto la lettre de naturalité che sanciva la sua cittadinanza francese. Nel 1696 pubblicò presso l'editore parigino Ballard un Recueil d'airs italiens, raccolta antologica di dieci arie per voce sola e due duetti, che ebbe ai suoi tempi grande successo e incrementò l'interesse già esistente per la musica italiana in Francia. La dedica che ne fece "à S.A.S. madame la princesse de Conti, première douairière", raffinata musicista allieva di F. Couperin e J.-H. d'Anglebert, rivela la protezione di un'importante mecenate, organizzatrice di concerti privati presso la tenuta di Isle-Adam. In queste arie la personalità musicale del G. mostra alcune analogie con lo stile di A. Scarlatti e di G.B. Bononcini.
Maggiore notorietà ebbe il G. presso i suoi contemporanei con la rappresentazione di due opere teatrali: Coronis, pastorale héroïque in 3 atti e un prologo, e Scylla, tragédie lyrique in 5 atti e prologo. La prima, su libretto di S. Chappuzeau de Beaugé, rappresentata per la prima volta a Parigi il 23 marzo 1691, non ebbe successo. Ben altra accoglienza ricevette Scylla, su libretto di J.-F. Duché de Vancy, rappresentata per la prima volta a Parigi il 16 sett. 1701. Il consenso di pubblico ottenuto da Scylla è testimoniato dalle numerose repliche che l'opera ebbe nel corso degli anni. Si ha notizia di un allestimento nell'ottobre 1720, e di un altro l'11 sett. 1732, dopo la morte del compositore. In quell'anno l'opera fu anche parodiata con il titolo Le cheveu.
Se Coronis può essere considerata un'opera in cui l'influsso di Lully è preponderante, Scylla si indirizza decisamente verso il futuro. La lezione lulliana non è dimenticata, bensì integrata con uno stile prossimo a quello di A. Campra, dando origine a un linguaggio più interessante. Il lirismo si fa più intenso, come nelle vecchie tragédies en musique, attraverso un maggiore dispiegamento della linea melodica, mentre la tendenza verso toni patetici si fa più pronunciata. Da un punto di vista strettamente compositivo, il recitativo diventa declamazione appassionata, l'armonia più modulante e ricca di contrasti, con l'uso di settime e none senza preparazione. L'orchestrazione diventa essa stessa più agile e trasparente.
Il G. lasciò in manoscritto diversi mottetti con accompagnamento strumentale.
Morì nell'agosto del 1727 a Parigi, dove fu sepolto nella chiesa di S. Eustachio.
Composizioni (oltre quelle già citate): Domine qui das salutem, mottetto a 5 voci, 5 strumenti e organo; Emendemus in melius, mottetto a 4 voci, 2 violini e basso continuo; Exaudi Deus, mottetto a 5 voci, 7 strumenti e basso continuo; Festivalaeta canticis, a 3 voci, 2 violini, viola e organo; Haec est dies, a 3 voci, 2 violini e organo; Iesu delitium vultus, a 4 voci, 2 violini e basso continuo; Media vita, mottetto a 3 voci, 4 viole e organo; Quis hostis in coelis?, mottetto a 5 voci, 7 strumenti e basso continuo; Zitto hoggi, madrigale a 4 voci, violino e organo; Alleluja de funeread vitam, per contralto, violino e organo; Altitudo quid hic jaces, inno a 3 voci; Beati omnes, per basso, 2 violini e basso continuo; Dixit Dominus, mottetto a 4 voci, 2 violini, basso continuo; Io! Musae noso sol, a 4 voci, 5 strumenti e basso continuo; In te Domine, a 3 voci, 2 violini, viola da gamba e basso continuo.
Fonti e Bibl.: M. Barthélémy, T. di G. et la tragédie en musique "Scylla", in Recherches sur la musique française classique, IX (1969), pp. 56-66; J.R. Anthony, French baroque music from Beaujoyeulx to Rameau, London 1973, pp. 93, p. 107; J. de La Gorce, L'Académie royale de musique en 1704, d'après des documents inédits conservés dans les archives notariales, in Revue de musicologie, LXV (1979), pp. 160-191; W. Weber, "La musique ancienne" in the waning of the ancien régime, in Journal of modern history, LVI (1984), pp. 58-88; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, pp. 422 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 603; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, pp. 173 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 1457-1459; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 186; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti,Le biografie, III, p. 133; The New Grove Dict. of opera, II, p. 360.