THEANÒ (Θεανώ)
Figlia del re trace Kisses o Kisseus e moglie del savio Antenore.
Nell'Iliade (III, 207) nella sua qualità di sacerdotessa di Atena accoglie le offerte presentate in extremis alla dea ostile da Ecabe e dalle altre donne troiane. Già nei poemi ciclici la casa di Antenore, prossima per dignità e grandezza a quella di Priamo, doveva rappresentare la naturale opposizione alla politica di inimicizia per gli Achei rappresentata da Paride e dai suoi familiari. Antenore quindi ospita Menelao e Odisseo nella loro ambasceria a Troia per domandare il ritorno di Elena. E nel noto cratere corinzio della Collezione Astarita (v. vol. ii, p. 848) T. ci appare veramente protagonista, un'alta figura di dignità regale che va ad accogliere, scortata dalle ancelle e da una schiera dei figli di Antenore a cavallo, i due eroi avviliti e abbandonati senza onore presso le mura della città nemica. Meno sicura l'identificazione di Th. in una convenzionale immagine di vecchia sacerdotessa fuggente in due figurazioni dell'oltraggio a Cassandra nel tempio di Atena. Allo stesso modo estremamente vaga è la possibilità di riconnettere con la Th. della tradizione mitica la giovane donna designata con questo nome che appare nell'epinetron del Pittore di Eretria e in un anforisco dello stesso Maestro nell'Ashmolean Museum di Oxford.
T. figurava accanto ad Antenore tra i pochi scampati nell'ultima notte di Troia nell'Ilioùpersis di Polygnotos (Paus., x, 27, 3).
Bibl.: Höfer, in Roscher, V, 1916-24, c. 546 ss., s. v., n. i; W. Gebhard, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 1377, s. v., n. 2; J. D. Beazley, ᾿Ηλένης ἀπαίτησις, Londra 1958, p. 233 ss.; Fr. Brommer, Vasenlisten, Marburg 1960, p. 311.