The Deer Hunter
(USA 1977, 1978, Il cacciatore, colore, 183m); regia: Michael Cimino; produzione: Michael Cimino, Michael Deeley, John Peverall, Barry Spikings per EMI/Universal; soggetto: Michael Cimino, Louis Garfinkle, Quinn K. Redeker, Deric Washburn; sceneggiatura: Deric Washburn; fotografia: Vilmos Zsigmond; montaggio: Peter Zinner; scenografia: Ron Hobbs, Kim Swados; costumi: Eric Seelig; musica: Stanley Myers.
Mike, Nick e Steven, figli di immigrati russi, amici di vecchia data e operai in una fabbrica di acciaio a Clayton, cittadina industriale della Pennsylvania, condividono con il goffo e maschilista Stan la passione per il bere, il biliardo e, soprattutto, la caccia al cervo in montagna: una disciplina vissuta, soprattutto da Mike, con un senso di lealtà nei confronti dell'animale ("un colpo solo"), e che assume il valore di codice morale e metafora della vita. Alla vigilia della partenza dei tre per il Vietnam, Steven sposa con il rito ortodosso Angela, ragazza della comunità russa rimasta incinta di lui. Durante la festa di matrimonio, Mike e Linda manifestano una reciproca attrazione, a cui non danno seguito per lealtà nei confronti di Nick, fidanzato con Linda e migliore amico di Mike. Giunti in Vietnam, i tre vengono catturati dai vietcong: trattati brutalmente e tenuti in una gabbia immersa nell'acqua di un fiume, sono costretti a giocare l'uno contro l'altro alla roulette russa: ovvero, a impugnare a turno un revolver carico di un solo colpo su sei, puntare la canna alla tempia e tirare il grilletto sperando che il tamburo non si fermi sul proiettile. I tre amici riescono a sfuggire all'inferno e a sopravvivere. Mike torna a Clayton, dov'è accolto come eroe di guerra; Steven, ferito alla gamba durante il salvataggio e paralizzato agli arti inferiori, viene ricoverato in ospedale. Nick, traumatizzato e senza memoria, resta a Saigon, dove fa della roulette russa la sua professione, entrando in un pericoloso giro di scommesse clandestine. A Clayton ha inizio sotto il segno del rimpianto e del senso di colpa un'opaca relazione sentimentale tra Mike e Linda. La stagione della caccia riprende e Mike, di fronte a un cervo che gli si avvicina senza paura, abbassa l'arma e rinuncia al trofeo. Va a trovare Steven, chiuso in uno stato pietoso di confusione e depressione, e lo convince a sfidare di nuovo la vita; quindi parte per Saigon alla ricerca di Nick. Quando lo ritrova, per convincerlo a rinunciare alla sua folle attività siede al tavolo della roulette russa e lo sfida: la sorte risparmia Mike, ma Nick, dopo aver riconosciuto a fatica il vecchio amico, spara il colpo fatale e muore. Il funerale di Nick è il mesto evento attorno al quale il gruppo di amici e la comunità russo-ortodossa si ritrovano a pregare, dopo che la tempesta di una guerra lontana e incomprensibile ha devastato la loro esistenza.
Opera seconda di Michael Cimino, accolta dalla critica statunitense come un capolavoro, The Deer Hunter intreccia diversi motivi intorno alla tragedia del Vietnam: la vita nelle comunità operaie di immigrati, la lealtà dell'amicizia, il degrado fisico e mentale generato dal conflitto. Diviso in tre parti distinte (il grigiore della vita a Clayton, l'atrocità della prigionia in Vietnam, l'angoscia del ritorno a casa), lascia la guerra quasi tutta fuori quadro, assieme alla protesta giovanile e all'acceso dibattito politico dell'epoca, per concentrarsi sul destino dei tre protagonisti. Mike, Nick e Steven, lontani dal cliché generazionale del pro o contro la guerra, sono operai di umili origini, figli di una comunità di immigrati, che partono per il Vietnam in segno di riconoscenza al paese che ha accolto i loro antenati, con un misto di senso del dovere, imbarazzo e incoscienza politica. Le loro radici e la loro quotidianità affondano nelle tradizioni del Nemico della Guerra Fredda, quella Russia a cui restano legati a tal punto da non sentirsi mai del tutto integrati nel tessuto sociale americano. Adottando la loro prospettiva, Cimino scarta dalla congerie retorica di tanti film 'militanti' sul Vietnam, mettendo al contempo in corto circuito l'idea del russo come nemico giurato; con un ampio respiro narrativo realizza un'opera appassionata eppure decisamente antiretorica sulla follia della guerra, ponendo l'accento sull'aspetto straziante e melodrammatico delle sue conseguenze sulla vita e i sentimenti degli individui che vi prendono parte.
All'epoca, il film sollevò diffuse proteste di unilateralità (soprattutto a sinistra) per la raffigurazione dei vietcong come spietati torturatori, sebbene anche gli 'alleati' sud-vietnamiti di Saigon fossero rappresentati come aguzzini e profittatori, che praticano la barbarie della roulette russa specularmente ai loro fratelli-nemici, ma per motivi puramente venali, senza neanche la scusa dell'odio di guerra. The Deer Hunter richiese circa un anno di lavoro al montaggio per giungere alle sue tre ore di durata; la fotografia cupa e grigiastra di Vilmos Zsigmond uniforma in modo efficace il sentimento del male di vivere che accomuna i luoghi del film, compenetrati dalla musica struggente e melodica di Stanley Myers. Opera di rara coerenza formale, in cui il realismo esasperato spesso si ribalta in un registro allegorico piuttosto atipico per il cinema americano, il film, sostenuto peraltro da grandi prove d'attore, fu premiato con cinque premi Oscar: miglior film, migliore regia, miglior attore non protagonista (Christopher Walken), miglior montaggio e miglior suono.
Interpreti e personaggi: Robert De Niro (Mike Vronsky), John Cazale (Stan), John Savage (Steven), Christopher Walken (Nikanor 'Nick' Chevotarevich), Meryl Streep (Linda), George Dzundza (John), Chuck Aspegren (Axel), Shirley Stoler (madre di Steven), Rutanya Alda (Angela), Pierre Segui (Julien), Mady Kaplan (ragazza di Axel), Amy Wright (damigella d'onore), Mary Ann Haenel (ragazza di Stan), Richard Kuss (padre di Linda), Joe Grifasi (direttore della banda), Christopher Colombi Jr. (invitato al matrimonio), Victoria Karnafel (ragazza triste), Jack Scardino (vecchio), Joe Strand (annunciatore del Bingo), Helen Tomko (Helen), Paul D'Amato (sergente), Dennis Watlington (tassista), Robert Beard (veterano), Joe Dzizmba (veterano), padre Stephen Kopestonsky (prete), John F. Buchmelter III (padrone del bar), Frank Devore (barista), Tom Becker (dottore), Lynn Kongkham (infermiera), Nongnuj Timruang (ragazza nel bar), Po Pao Pee (arbitro cinese), Dale Burroughs (guardia dell'ambasciata), Parris Hicks (sergente), Samui Muang-Intata (guardia del corpo cinese), Jane-Colette Disko.
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