The Chelsea Girls
(USA 1966, bianco e nero/colore, 195m e 210m); regia: Andy Warhol; produzione: Andy Warhol; sceneggiatura: Ronald Tavel, Andy Warhol; fotografia: Andy Warhol; musica: The Velvet Underground.
Di The Chelsea Girls esistono sicuramente più versioni. È lo stesso Andy Warhol ad ammetterlo: "Non sono sicuro che il film attualmente in visione al Cinema Rendez-vous sia lo stesso proiettato alla Cinémathèque. La versione originale era di quattro ore, mentre quella attuale è di tre ore e un quarto. La conclusione sembra essere stata cambiata da qualche parte". D'altronde, la scheda del film ad opera di Jonas Mekas, la descrizione contenuta nelle istruzioni per la proiezione dell'Anthology Film Archives e la lista degli episodi nella copia restaurata dal Department of Film del MoMA sono differenti, anche se talvolta si tratta, probabilmente, di un cambiamento del titolo dell'episodio. L'elenco dell'Anthology è in ogni modo il seguente: Nico, Eric and Ari; The Pope Ondine Story; The Duchess; The John; Hanoi Hanna; The Bed; The Gerard Malanga Story; The Trip; Their Town; Nico. La copia restaurata dal MoMA invece presenta più titoli, quasi tutti diversi: 1. Nico in Kitchen; 2. Pope Ondine and Ingrid; 3. Brigid Holds Court; 4. Boys in Bed; 5. Hanoi Hanna; 6. Hanoi Hanna and Guests; 7. Mario Sings Two Songs; 8. Marie Menken; 9. Eric Says All; 10. Color Lights on the Cast; 11. Pope Ondine; 12. Nico Crying. Ogni segmento è costituito da un rullo di trentacinque minuti. Nel segmento 1 Nico si spunta i capelli in cucina parlando con Eric e giocando con il figlio. Nel 2 Ondine e Brigid discutono di uomini, di sesso e di droghe. Nel 3 Brigid parla al telefono, si fa tagliare e cotonare i capelli e ingerisce droghe. Nel 4 un omosessuale cerca di sedurre sul letto un ragazzo che poi viene legato da un travestito, Mario. Nel 5 Mary Might è una lesbica dominatrice che tiene legata una donna e ne aggredisce verbalmente un'altra. Nel 6 sono presenti gli stessi personaggi, che dialogano sul letto. Nel 7 Mario canta due canzoni mentre sul letto continua l'azione del 4. Nell'8 Marie Menken è nel suo studio davanti ai propri quadri e parla con Gerard Malanga e Mary. Nel 9 Eric si confessa e parla del sudore, del sesso, del corpo e dell'omosessualità. Nel 10 si susseguono immagini di personaggi, luci proiettate, immagini televisive, con una esplicita ricerca visivo-dinamica e cromatica. Nell'11 Ondine si buca, poi parla con una donna e si adira, insultandola a lungo in una vera e propria scenata isterica. Nel 12 Nico, in piano ravvicinato, piange ed è triste.
Tutti gli episodi del film sono idealmente ambientati al Chelsea Hotel, anche se alcuni vennero girati in altri luoghi. E nella prima versione c'era anche un'indicazione della camera di riferimento. Realizzato a New York durante l'estate del 1966, il film presenta alcuni caratteri assolutamente particolari. Innanzitutto i rulli vengono proiettati su due schermi, alternando quattro segmenti a colori e otto in bianco e nero. La proiezione su due schermi implica che una delle due immagini venga proiettata senza sonoro. Inoltre il film è costituito da una serie di segmenti autonomi, che Andy Warhol avrebbe anche potuto proiettare separatamente, ma che acquistano una nuova significazione nella struttura complessa di The Chelsea Girls. Tali caratteri attestano la natura di opera aperta, di work in progress del film, che venne modificato più volte da Warhol, sulla base di un atteggiamento contraddittorio in cui il desiderio di perfezionamento si mescolava alla casualità e alla continua volontà di sperimentazione.
Considerato come la summa di Warhol, The Chelsea Girls è un film-sintesi, che coordina in una forma nuova le componenti diverse e divergenti che hanno caratterizzato il cinema dell'artista pop, anche se non ne costituisce l'opera più radicale e innovativa. Il film può apparire come una grande epopea del beautiful people di Warhol o come una comédie humaine della perversione, un bestiario dell'assurdo. Ricorda Warhol che, dopo la diffusione del film, "parole come degenerato e come maniaco sessuale e drogato cominciarono a esserci appiccicate regolarmente". La registrazione del comportamento degli attori che sulla scena si abbandonano alle loro performance trasgressive, tuttavia, non è che uno degli aspetti del film. Le esperienze di droga e di sesso, infatti, sono restituite attraverso procedure di messa in scena estremamente significative. Il film è costituito da una serie di dodici piani-sequenza, realizzati ora con la macchina fissa, ora con zoom improvvisi e veloci, ora con panoramiche orizzontali e verticali. Esso sviluppa dunque un'ulteriore ricerca sulla ripresa in continuità, che caratterizza le opere di Warhol dal 1964. Tutto il mondo variegato e perverso del beautiful people warholiano è mediato e presentato soltanto attraverso il piano-sequenza, mentre la tradizionale fissità della macchina da presa dei primi film del regista è sostituita da una intensa mobilità di ripresa. Perlopiù Warhol preferisce avere attori fuori campo (anche quando compiono i loro gesti più significativi) o solo parzialmente in campo, piuttosto che operare gli aggiustamenti di inquadratura tipici del cinema più diffuso. Egli registra i tempi effettivi delle prestazioni degli attori, dedicando un'attenzione simile all'azione e all'inazione, e trasforma il film in una macchina di registrazione della durata e di riflessione sul tempo. In questo atteggiamento ci sono insieme un rigore e una ossessività che qualificano il cinema di Warhol in una maniera assolutamente singolare e del tutto riconoscibile. Gli attori sono collocati in uno spazio che appare doppiamente chiuso: non solo come orizzonte profilmico, ma anche come spazio che il lavoro della macchina da presa rende quasi ingabbiato e sezionato dal contorno rigido dell'inquadratura. Inoltre il fatto di sottrarre il sonoro a una scena su due, anche se esse sono spesso centrate sul dialogo, opera un'evidente alterazione del visibile. Così alla fine il film appare insieme come una sorta di registrazione in diretta della vita di alcuni personaggi e come la sua rie-laborazione formalistica più straniante e complessa.
Interpreti: Nico, Eric Emerson, Ondine [Robert Olivio], Brigid Polk [Brigid Berlin], Ed Hood, Patrick Flemming, Mario Montez, Angelina 'Pepper' Davis, Mary Might [Mary Woronov], International Velvet [Susan Bottomly], Ingrid Superstar [Ingrid Von Scheven], Marie Menken, Gerard Malanga, Edie Sedgwick, Arthur Loeb.
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