Vedi THASOS dell'anno: 1966 - 1997
THASOS (v. vol. VII, p. 804)
A partire dal 1970 gli scavi della Scuola Francese di Atene hanno ampliato le nostre conoscenze sul centro della città antica. Tra il 1970 e il 1974 è stata indagata l'area adiacente al lato O dell'agorà, rivelando fra l'altro una larga strada, tra i propilei e il mare, a S della quale si trovava un quartiere mercantile e a N una grande corte porticata con esedra, addossata al muro di fondo del portico NO dell'agorà. Tra il 1979 e il 1985 è stata esplorata la zona a E dell'agorà, a N del «Passaggio dei Teori», su ambo i lati della via che sale all'acropoli. In un'area triangolare, situata a un livello inferiore rispetto all'Artemìsion, furono installati nel V sec. a.C. due grandi pozzi pubblici,
uno rettangolare, l'altro circolare. Nel sito di quest'ultimo fu costruito alla fine del IV sec. un edificio consacrato forse al culto di Alessandro Magno. Dopo la distruzione della città antica, una villa sorse sul lato O della via dell'acropoli.
Tra il 1970 e il 1981 è stato scavato un quartiere abitativo (V-III sec.) situato dietro la Porta del Sileno. L'innalzamento assai rapido del livello denota numerose fasi di occupazione: dalla metà del V sec., la lastricatura della via, contemporanea alla costruzione della cinta muraria (intorno al 500), scompare a causa delle alluvioni e il suolo si innalza di un metro. Sondaggi effettuati più a O, lungo le mura e a N del quartiere della Porta del Sileno, hanno rivelato che la parte della città compresa tra l'Heraklèion e le mura fu oggetto di una sistemazione nel VI sec. a.C.: vie parallele in direzione E-O definiscono isolati larghi 21 m. A O dell’Heraklèion, dove un sondaggio in profondità ha rivelato i resti di una piccola costruzione del VII sec., l'esistenza di uno sbocco della grande via lastricata proveniente dal «Passaggio dei Teori» è stata confermata dalla scoperta di un altare monumentale situato davanti all'entrata di una sala ipostila, risalente alla fine del IV sec. Più a NO si trova l'Asklepièion, non ancora scavato.
Le mura antiche, ancora visibili per metà della loro lunghezza, sono state oggetto di restauri e sondaggi che hanno consentito di precisarne il tracciato e la cronologia, soprattutto nel tratto compreso tra la Porta del Sileno e quella di Zeus; il sistema di torri, regolarmente distanziate, databile agli inizi del III sec., dunque in un'epoca successiva alla grande ristrutturazione della cinta, deve probabilmente porsi in relazione con l'avvento della supremazia macedone, a partire dal 340 a.C. Uno scavo ha riportato alla luce, nelle vicinanze del museo, l'articolazione rinforzata (grande fogna chiusa da una griglia, casematte e torre a più piani) della parte della cinta che costeggia il mare con il sistema difensivo distinto del «porto chiuso», del quale un'équipe franco-greca ha intrapreso l'esplorazione subacquea. Il dragaggio del porto ha fornito numerosi elementi architettonici e sculture, nonché un'epigrafe bustrofedica con il più antico regolamento greco di rete viaria (460 a.C.).
L'esplorazione franco-greca della chòra ha permesso di delineare la carta archeologica dell'isola: oltre alle torri già note, è stato rinvenuto un gran numero di punti abitati. Gli scavi del servizio archeologico greco si sono concentrati soprattutto sull'occupazione pre-ellenica: a Skala-Sotirou (sul lato O) è stato parzialmente riportato alla luce un piccolo abitato dell'Età del Bronzo iniziale, nel quale sono state trovate reimpiegate grandi stele in gneiss e in marmo, con la raffigurazione schematica di un guerriero armato; sulla piana di Kastri, tra Potos e Theologos, si estendono un centro abitato e una necropoli risalenti a poco prima dell'arrivo dei coloni pari. A Phari, presso Skala Maries, un'équipe franco-greca ha studiato, tra il 1985 e il 1990, una fornace ceramica arcaica, specializzata nella produzione di ciotole di tipo ionico. D'altra parte l'esplorazione di alcune officine di ceramisti nella regione di Astris ha dimostrato l'ampiezza del commercio del vino nel IV-III sec. e ha precisato il senso e la cronologia della bollatura delle anfore. Infine, nell'ambito di uno studio d'insieme dell'isola in epoca paleocristiana, è stata scavata e restaurata la doppia basilica di Aliki. Nella stessa località, ma anche lungo l'intero versante orientale (Vathy, Saliari), l'esplorazione delle cave ha fornito preziosi dati sull'estrazione e il commercio dei marmi di Th., soprattutto in epoca paleocristiana, durante la quale le cave situate sul lato SE sono oggetto di un notevole sfruttamento. Sull'acropoli di Th. e nelle località Paleochori e Klisidi (baia di Kinyra, sul versante E) sono state esplorate e rilevate alcune miniere antiche. Altre si trovavano nella parte sud-occidentale dell'isola.
Si può così valutare con maggiore chiarezza l'interesse economico all'origine della colonizzazione dell'isola da parte di Paro, presto raddoppiato da quella della regione continentale compresa tra lo Strymon e il Nestos, dove il servizio archeologico greco ha esplorato diversi siti: Galepsos, Oisyme, Antisara, Pistyros. Th. era per i Greci una fonte eccezionale di prodotti rari - metalli, marmi, legno e vino - che andavano a completare le risorse minerarie e umane della costa tracia. Emerge, dunque, l'immagine di una città opulenta: Th. fu una grande potenza economica nell'ambito del mar Egeo, prima che Atene prendesse il sopravvento, non senza difficoltà, nel 463. Lo studio della sua monetazione, attualmente in corso, dimostra il ruolo centrale che l'isola svolse nell'economia dell'Egeo settentrionale, a dispetto delle vicende politiche: benché reticente a partecipare da protagonista alla storia greca, essa ne fece parte, come fonte privilegiata di risorse economiche, fino alla pax romana. È a Th. che nel 42 a.C. il partito senatorio di Roma stabilì il suo quartiere generale, in attesa della battaglia di Filippi e della fine della guerra civile.
Città coloniale in contatto costante con il mondo barbarico, Th. sviluppò un ellenismo di frontiera: dinamico, ricco, ma instabile nelle sue manifestazioni artistiche. Gli artisti tasi denotano abilità e prontezza nell'imitazione e nell'adattamento piuttosto che nella creazione. Ciò è evidente soprattutto nella ceramica. Oltre a quantità considerevoli di vasellame corinzio e attico, lo scavo dei santuari di Artemide e di Atena ha fornito in abbondanza imitazioni locali degli stili alla moda: pseudo-melio imitato da Paro, pseudo-chiota, pseudo-attico a figure nere. Le decorazioni architettoniche in terracotta sono influenzate dall'Eolide, quelle in marmo dall'Eolide e dalle Ci- cladi. Questa duplice corrente di influssi è ugualmente percepibile nella scultura, la cui produzione, iniziata prima della fine del VII sec., resta a Th. vivace e talvolta originale fino alla metà del III sec. d.C., soprattutto nel campo del rilievo, sia che si tratti di rilievi monumentali posti a decorazione di porte e passaggi, sia che si tratti di rilievi con scene di banchetto, di cui Th. è la sola a fornire una serie abbondante e senza soluzione di continuità dal V sec. a.C. al III sec. d.C. Se le terrecotte arcaiche sono molto diversificate, il Thesmophòrion ha restituito tuttavia un gruppo di figurine femminili del IV-III sec. a.C. che rispecchiano una tipologia indubbiamente dettata da esigenze cultuali.
Nell'ambito di eventi storici che la città sembra assecondare o subire, piuttosto che determinare, Th. conobbe nel corso di un millennio alcuni periodi di fioritura: la seconda metà del VII sec. a.C., la fine del VI e gli inizi del V sec., la seconda metà del IV e la prima età imperiale. Eventi difficili da precisare (invasione degli Eruli?) decretarono, nella seconda metà del III sec. d.C., la catastrofica fine della città greca, fossilizzatasi in un conservatorismo sempre più provinciale. Sulle sue rovine si sviluppò, nei secc. V e VI, una città paleocristiana che cessò di esistere a seguito dell'invasione slava, intorno al 618. La missione di E. Miller, nel 1864, ha segnato l'inizio delle ricerche archeologiche, i cui risultati riceveranno un più ampio spazio espositivo nel nuovo museo.
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