THAON di REVEL, Paolo
Ammiraglio e uomo di stato, nato a Torino il 10 giugno 1859. Iniziò gli studî marinari in Genova a undici anni nel collegio Piccone, entrò nella R. Scuola di marina di Napoli l'8 luglio 1873, dalla quale nel 1875 passò a quella di Genova, uscendone guardiamarina il 6 dicembre 1877.
Ebbe importanti destinazioni a terra e in comando di navi; dal 1879 al 1882, poco più che ventenne, assolse lunghe missioni nei mari lontani, fra le quali, memorabile negli annali della marina italiana, la campagna intorno al mondo sulla fregata Garibaldi. Da sottotenente e poi da tenente di vascello fu ufficiale d'ordinanza del principe Eugenio di Savoia Carignano. Promosso tenente di vascello, fu imbarcato successivamente sulle RR. NN. Bausan, Città di Genova, Montebello, Atlante, ecc.
È degno di ricordo il suo imbarco in comando della R. torpediniera Sparviero, durante il quale si affermarono le sue doti di marinaio e di brillante manovratore di siluranti (1893-94). Degno di nota è pure il suo imbarco sulla R. N. Palinuro, al comando della quale, negli anni 1894 e 1895, eseguì due campagne alla vela nel Mediterraneo e nell'Atlantico.
Promosso capitano di corvetta, imbarcò successivamente sulle RR. NN. Savoia e Piemonte come comandante in 2a. Con questa nave si recò nelle acque del Levante e poi a Candia, in occasione di quei moti insurrezionali. Fu dal 1896 al 1900 aiutante di campo del re Umberto. Col grado di capitano di fregata fu, tra il 1900 e il 1904, comandante in 2a della R. N. Saint Bon e comandante delle regie navi-scuola Caracciolo e Vespucci. Nel 1904 fu promosso capitano di vascello e con questo grado, dal 1904 alla fine del 1905, tenne il comando della R. Scuola macchinisti a Venezia; dalla fine del 1905 alla fine del 1907 fu comandante della R. Accademia navale di Livorno. Dal novembre 1907 al novembre 1909 ebbe il comando della R. N. Vittorio Emanuele, facente parte delle forze navali del Mediterraneo. Nel dicembre 1908, in occasione del terremoto calabro-siculo, si trovò a Messina, ed ebbe la medaglia d'oro per essersi segnalato nel portare soccorso a quelle popolazioni. Nel febbraio 1911 fu nominato aiutante di campo generale del re Vittorio Emanuele III, e in tale carica rimase fino alla fine di settembre, epoca in cui fu destinato comandante della 2a divisione navale, costituita dalle RR. NN. Garibaldi, Varese, Ferruccio e Marco Polo. Con tale divisione prese parte a tutta la guerra libica: con la Garibaldi e la Ferruccio affondò nel porto di Beiruth le navi da guerra turche Avuillahe Angora. La sua opera rifulse pure nel bombardamento di Tripoli e in quello dei Dardanelli. Per la sua condotta gli fu conferita la commenda dell'ordine militare di Savoia.
Dopo la cessazione delle ostilità con la Turchia, il Th. fu nominato ispettore delle siluranti e tenne tale carica fino al marzo 1913. Nominato capo di stato maggiore della marina, impresse forte impulso alla preparazione della marina alla guerra; pose grande impegno per accrescere l'efficienza dei sommergibili, per munire e migliorare gli ancoraggi di Brindisi e Venezia; iniziò la creazione dell'aviazione militare marittima.
Entrata l'Italia nella guerra mondiale, il Th. dispose affinché la guerra fosse condotta valendosi prevalentemente del naviglio sottile, soprattutto dei M.A.S., di cui fu geniale ispiratore. Al ripiegamento sul Piave propugnò il mantenimento del possesso della Laguna Veneta. Tenace assertore dei diritti dell'Italia nell'Adriatico, fu irriducibile rivendicatore del comando italiano in questo mare, sventando le conseguenze di un eventuale comando alleato. Sostenitore del patto di Londra, si oppose a qualunque riduzione della sua applicazione; in senato parlò e votò contro il trattato di Rapallo. Per merito di guerra ammiraglio il 6 novembre 1918 e grande ammiraglio il 4 novembre 1924, gli venne conferita la gran croce dell'ordine militare di Savoia con la seguente motivazione:
"Capo di stato maggiore della Marina e Comandante in Capo delle forze navali mobilitate dal febbraio 1917, nella suprema direzione della guerra marittima in Adriatico e dell'azione bellica ovunque esercitata da mezzi della Regia Marina, ha dato alta prova di singolare perizia, somma energia, perspicuo apprezzamento delle situazioni belliche. Nonostante la gravità e la persistenza delle insidie nemiche, mercé i provvedimenti da lui ordinati e le mirabili virtù della nostra gente di mare, i traffici marittimi hanno potuto svolgersi così da assicurare in ognì tempo al paese gl'indispensabili rifornimenti. Con fervore e tenacia ha provveduto all'apprestamento dei mezzi complementari di offesa e di difesa, che meglio convenivano alle peculiari caratteristiche della guerra combattuta in Adriatico, e alla preparazione degli uomini che con l'impiego di essi hanno inflitto al nemico perdite gravissime, e circonfuso di gloria imperitura la Marina Italiana. Sotto il suo alto comando la R. Marina ha portato validissimo contributo alla Vittoria".
Questa motivazione basta da sola a illustrare e compendiare la preziosa opera svolta dal Th. durante la guerra mondiale.
Dimessosi da capo di stato maggiore, fu nominato ispettore generale della R. Marina e poi presidente del comitato ammiragli. All'avvento del Fascismo al potere accettava l'offerta del portafoglio della Marina nel nuovo regime, di cui era da tempo convinto assertore, rimanendo a quel posto per oltre trenta mesi. Durante il suo ministero e per suo impulso personale si risvegliarono nuove energie in ogni ramo dell'amministrazione. Furono riprese le costruzioni di nuove unità navali; furono organizzati gli alti comandi dipartimentali secondo gl'insegnamenti e le esperienze della guerra, fu data maggior severità nel lavoro delle maestranze degli arsenali. La durata della leva marittima fu portata a 28 mesi, in modo da poter completare gli equipaggi del naviglio. Furono ripristinate le scorte dei combustibili ormai esaurite, e quelle dei materiali di consumo; furono riprese le esercitazioni navali e le missioni e campagne all'estero. Nel 1923 gli fu conferito dal Re il titolo di duca. Cavaliere della SS. Annunziata, il Th. riveste (1936) anche la carica di 1° segretario di S. M. il Re per gli Ordini dei Ss. Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia.