THALNA (Thalana)
Denominazione di una figura femminile che compare in una serie di scene di contenuto vario, raffigurate su specchi etruschi del IV e III sec. a. C.
L'accostamento proposto di volta in volta a qualche precisa divinità ellenica è risultato o viziato da idee preconcette o basato sulla generalizzazione del significato dedotto da una scena ed esteso poi alle altre. Né hanno portato a un risultato più soddisfacente le spiegazioni che sono state tentate dall'analisi linguistica del nome. Non si tratta di una divinità: difatti il nome non è attestato sul fegato bronzeo di Piacenza, né è ricordato da Marziano Capella o da altro autore antico nella serie degli dèi etruschi; né si hanno in suo onore iscrizioni dedicatorie oppure notizie di templi sia dalle fonti classiche come dai risultati di scavo; Th. iconograficamente è livellata ad altre figure femminili (Achviz, Zipna, Mean, Thanr, ecc.) presenti nelle scene nuziali e di gineceo sulla ceramica italiota del IV sec. a. C. La derivazione deve essere stata non sempre diretta, ma spesso mutuata attraverso la ceramica etrusca coeva fino a quando la figura non è diventata di repertorio fra i maestri degli specchi.
Essa è trattata diverse volte alla stregua di figure che per gli attributi (specchi, vasetti di profumo, discernicula) si possono definire assistenti a scene di toletta: in Gerhard, Etr. Spiegel, v, Nachtrag 6, Th. e Zipnu, una figura femminile con in mano uno specchio, sono sedute a lato di una terza stante; ibid., v, 25, Th. e Achviz, una figura femminile con in mano un alàbastran, assistono all'incontro d'amore tra Turan e Atunis; ibid., cccxxiv A, Zipna, con in mano uno specchio, e Th. assistono a una scena affine. In Etr. Spiegel, cccxx, in cui Th., incoronata da Turan, funge da personaggio principale, la derivazione da una scena di toletta è provata dalla presenza di una cista che è un oggetto comune nelle scene suddette. In Etr. Spiegel, lxxvii, Th. assiste ancora a un incontro d'amore, questa volta tra Letun e Aplu. Nello stesso ordine di idee si resta con Etr. Spiegel, clxxxviii, in cui Th. occupa il posto di Atena in una raffigurazione che si attiene allo schema del "giudizio di Paride", ma che è stata dall'incisore etrusco alterata in una scena erotica tra il figlio di Priamo e la prima delle tre figure femminili, per cui le altre due, Altria e Th., fungono da assistenti. In Etr. Spiegel, cccxxvi è invece protagonista con Anchas (Anchise?) di un incontro d'amore. La funzione di assistente a Minerva armata le compete insieme a un satiro (Sime) in Etr. Spiegel, v, Nachtrag 4 e di assistente a Tinia, insieme a Turms, in Etr. Spiegel, lxxv. La stessa funzione occupa, insieme a Turan, nel registro superiore di Etr. Spiegel, clxxxi, in cui il fanciullo Epeur viene presentato da Hercle a Tinia: è interessante notare che qui le due figure assistenti, benché siano accomunate per la posizione e per il panneggio, sono considerate su piani diversi in quanto Turan, a differenza di Th., è fornita di scettro. In Etr. Spiegel, v, 64 b un bambino viene presentato da Hercle a Thanr alla presenza di Thelna (sic). In due scene di nascita, di Atena (Etr. Spiegel, lxvi) e di Dioniso (ibid., lxxxii), Th. assiste Tinia: è una funzione riservata, stando anche agli altri specchi con lo stesso soggetto, alle figure che assistono alle scene di toletta, le quali in molti casi sono distinte dagli attributi specifici o dal nome (v. fig. 974).
Th. risulta una creazione etrusca nel nome e nell'essenza; il ruolo che ha rivestito è stato sempre d'importanza secondaria e non comporta necessariamente l'elaborazione di una leggenda.
Bibl.: C. Pauli, in Roscher, V, 1916-24, c. 459 ss.; E. Vetter, Thalna, in Glotta, XIII, 1924, p. 146 ss.; Ulisse, Figure mitologiche degli specchi etruschi. Thalna, Roma 1929; E. Fiesel, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 1227 ss.; H. L. Stoltenberg, Etr. Gottnamen, Leverkusen 1957, p. 50 s.; G. Camporeale, Thalna e scene mitologiche connesse, in St. Etr., XXVIII, 1960, p. 233 ss.