STEVENS, Thaddeus
Uomo politico americano, nato a Danville, nello stato di Vermont (Stati Uniti), il 4 aprile 1792, morto a Washington l'11 agosto 1868. Esercitò l'avvocatura per 15 anni ed entrò come rappresentante nella Camera bassa del Pennsylvania nel 1833, prima come antimassone, poi come whig. Dopo un ritiro forzato dalla politica che durò sei anni, fu eletto alla Camera dei rappresentanti federale nel 1849, dove combatté con vigore il compromesso del 1850. Il 4 luglio 1861 divenne presidente dell'importante comitato di Ways and Means in cui sino alla morte rimase il vero leader della Camera. La sua opposizione ardente alla schiavitù era nata durante la sua vita di avvocato, e durante la guerra di secessione egli non cessò di propugnare l'emancipazione degli schiavi. Non andò sempre d'accordo col presidente Lincoln; soprattutto dopo la guerra fu più partigiano di lui e meno incline alla conciliazione con i vinti, e seppe far naufragare importanti progetti di legge del governo. Ebbe parte principale nel tentativo di rimuovere dalla presidenza il Johnson. La sua politica intransigente, lontana dall'aver mitigato la sorte dei Negri, ottenne per contrasto la completa unione del Sud e rese impossibile una definitiva soluzione dei problemi di razza.
Bibl.: S. W. McCall, Th. S., in American Statesmen, Boston e New York 1899; E. B. Callender, Th. S., commoner, Boston 1882.