tetro
Ricorre solo in rima, in consonanza con retro (e, al femminile, con arretra). Vale " oscuro ", " cupo ", tanto da suscitare impressione e paura, ed è perciò attributo di alcuni aspetti del paesaggio infernale: cerchio tetro (If VII 31) è quello in cui sono puniti gli avari e i prodighi, e qui l'aggettivo, lungi dall'avere una funzione meramente esornativa, con la sua pregnanza semantica ugualmente allusiva a mancanza di luce e a sordido squallore, ben si addice alla materia del canto, tutto volto a riprovare la sconoscente vita che fé sozzi questi peccatori e che ad ogne conoscenza or li fa bruni (v. 53-54).
Sasso tetro (If XVIII 34) è l'argine che limita la prima bolgia; il termine allude al color ferrigno (v. 2) della roccia delle Malebolge, ma anche in questo caso all'accenno all'aspetto esteriore del luogo si accompagna una valutazione morale sui peccati che vi sono puniti: non per nulla Venedico Caccianemico dovrà definire sconcia (v. 58) la colpa di lenocinio da lui commessa.
Non ha valore morale in Pd Il 91 Or dirai tu ch'el si dimostra tetro / ivi lo raggio; qui infatti Beatrice spiega l'origine delle macchie lunari, e t. indica il fatto che il raggio solare, illuminando la luna, in alcune parti di essa appare " meno luminoso ".
In dittologia con nera, aggiunge una nota di tristezza alla descrizione della dogliosa petra sepolcrale che racchiude il corpo della donna amata: eri già bianca, e or se' nera e tetra (Rime dubbie IV 5).