tetraplegia
Paralisi e diminuzione della forza muscolare di tutti e quattro gli arti, per lesioni della sostanza grigia del midollo spinale, a livello cervicale (al di sopra della settima vertebra cervicale, o C7), a livello superiore (tronco encefalico e corteccia), oppure per cause periferiche (nervi e giunzione neuromuscolare, ➔ miopatie). La t. comporta che il paziente sia totalmente dipendente dalle persone che lo assistono e necessiti di ausili protesici (carrozzina a motore); se la lesione cervicale è superiore a C4, il paziente ha bisogno di supporti per la ventilazione meccanica, mentre nei casi di lesione più bassa, ma con deficit ventilatorio incompleto, è indicata una riabilitazione respiratoria mediante apparecchi a pressione intermittente. Nei pazienti tetraplegici è d’obbligo la prevenzione delle ulcere da decubito tramite modificazioni frequenti della posizione. Esercizi di stretching sono utili per ovviare al peggioramento della spasticità, mentre trattamenti farmacologici possono avere come effetto collaterale la riduzione di una, seppur minima, mobilità, perché alcuni pazienti sfruttano la spasticità stessa per mantenere la postura e per i cambiamenti di posizione. Mielopatie demielinizzanti, compressione del midollo da parte di ascessi e tumori, traumi midollari, infarti midollari cervicali da occlusione dell’arteria spinale anteriore, siringomielia, malattie del motoneurone, sono le cause più frequenti di t. di origine midollare. Il quadro clinico è quello di una t. completa: i riflessi sono aboliti e il tono muscolare è ridotto nel periodo acuto dello shock spinale (➔), successivamente subentrano ipertonia e spasticità in flessione; nel tempo si osservano atrofia muscolare e ipoeccitabilità. Anche la rara occlusione bilaterale delle arterie vertebrali causa t., così come ictus ripetuti di entrambi gli emisferi provocano t. da interessamento diffuso dei primi motoneuroni, spesso associata a sindrome pseudobulbare (➔). Le t. dei lattanti e dei bambini piccoli, solitamente di tipo spastico, sono dovute a traumi da parto con anossia cerebrale diffusa, o a malattie da accumulo di metaboliti tossici per difetti congeniti di metabolismo (neuropatie metaboliche infantili), e si associano a ritardo mentale.