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tetraplegia

Dizionario di Medicina (2010)
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tetraplegia


Paralisi e diminuzione della forza muscolare di tutti e quattro gli arti, per lesioni della sostanza grigia del midollo spinale, a livello cervicale (al di sopra della settima vertebra cervicale, o C7), a livello superiore (tronco encefalico e corteccia), oppure per cause periferiche (nervi e giunzione neuromuscolare, ➔ miopatie). La t. comporta che il paziente sia totalmente dipendente dalle persone che lo assistono e necessiti di ausili protesici (carrozzina a motore); se la lesione cervicale è superiore a C4, il paziente ha bisogno di supporti per la ventilazione meccanica, mentre nei casi di lesione più bassa, ma con deficit ventilatorio incompleto, è indicata una riabilitazione respiratoria mediante apparecchi a pressione intermittente. Nei pazienti tetraplegici è d’obbligo la prevenzione delle ulcere da decubito tramite modificazioni frequenti della posizione. Esercizi di stretching sono utili per ovviare al peggioramento della spasticità, mentre trattamenti farmacologici possono avere come effetto collaterale la riduzione di una, seppur minima, mobilità, perché alcuni pazienti sfruttano la spasticità stessa per mantenere la postura e per i cambiamenti di posizione. Mielopatie demielinizzanti, compressione del midollo da parte di ascessi e tumori, traumi midollari, infarti midollari cervicali da occlusione dell’arteria spinale anteriore, siringomielia, malattie del motoneurone, sono le cause più frequenti di t. di origine midollare. Il quadro clinico è quello di una t. completa: i riflessi sono aboliti e il tono muscolare è ridotto nel periodo acuto dello shock spinale (➔), successivamente subentrano ipertonia e spasticità in flessione; nel tempo si osservano atrofia muscolare e ipoeccitabilità. Anche la rara occlusione bilaterale delle arterie vertebrali causa t., così come ictus ripetuti di entrambi gli emisferi provocano t. da interessamento diffuso dei primi motoneuroni, spesso associata a sindrome pseudobulbare (➔). Le t. dei lattanti e dei bambini piccoli, solitamente di tipo spastico, sono dovute a traumi da parto con anossia cerebrale diffusa, o a malattie da accumulo di metaboliti tossici per difetti congeniti di metabolismo (neuropatie metaboliche infantili), e si associano a ritardo mentale.

Vedi anche
encefalopatia Qualsiasi malattia caratterizzata da una lesione anatomica, per lo più diffusa, del parenchima encefalico, con caratteristiche evolutive più o meno spiccate, e di natura degenerativa, displasica, tossica, discrasica, dismetabolica o carenziale: rientrano fra le encefalopatia le vasculopatie cerebrali ... paralisi La perdita della funzione muscolare che di solito esprime una lesione delle vie nervose motorie (paralisi organica). Sulla base della distribuzione della paralisi a particolari distretti muscolari somatici, il termine è sostituito da quelli di emiplegia, monoplegia, paraplegia. 1. Patologia umana Le ... cervello In anatomia, la parte anteriore dell’encefalo, quella che corrisponde al proencefalo e che, tramite il mesencefalo, si continua con il tronco dell’encefalo. 1. Anatomia umana Il cervello ha forma di ovoide incompleto (fig. 1) con una superficie supero-laterale convessa e una inferiore (base), incavata ... parto Espulsione o estrazione del feto dei Mammiferi dagli organi genitali. Avviene al termine della gravidanza, quando lo sviluppo prenatale può considerarsi concluso: l’utero contraendosi ritmicamente (travaglio di parto) determina l’espulsione del feto e, successivamente, il secondamento degli annessi fetali ...
Vocabolario
tetraplegìa
tetraplegia tetraplegìa s. f. [comp. di tetra- e -plegia]. – In medicina, paralisi che coinvolge tutti e quattro gli arti.
tetraplègico
tetraplegico tetraplègico agg. e s. m. (f. -a) [der. di tetraplegia] (pl. m. -ci). – Relativo a tetraplegia: sindrome t.; come sost., persona colpita da tetraplegia.
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