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TETRANITROPENTAERITRITE

di Franco GROTTANELLI - Enciclopedia Italiana (1937)
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TETRANITROPENTAERITRITE (Pantrite)

Franco GROTTANELLI

Così è chiamato, commercialmente, l'estero nitrico dell'eritrolo ossia il tetranitrato di pentaeritrite. La fabbricazione, per sintesi, della pentaeritrite è entrata nel dominio economico dopo l'ottenimento, pure per sintesi, dell'alcool metilico e dell'aldeide acetica. Si ottiene oggi questo alcool con alta purezza, il quale per nitrazione in miscela solfonitrica, a somiglianza della glicerina, dà il corrispondente estero con un buon rendimento (93-95%). Questo estero è cristallino e, se puro, cioè ben cristallizzato dall'acetone, ha un punto di fusione di 141-142% ed è quasi totalmente insolubile in acqua. La sua stabilità è assai superiore a quella della nitroglicerina e delle nitrocellulose, pur trattandosi di un estero: la si fa dipendere dalla speciale costituzione stechiometrica del composto. Essa è comunque nettamente inferiore a quella dei nitroderivati, quali il tritolo. La pentrite è un esplosivo da scoppio di alto valore, principalmente per l'elevatissima velocità di detonazione di oltre 8000 m./s. Il suo potere dirompente è quindi da calcolarsi, con larga approssimazione, doppio di quello del tritolo. Questo esplosivo viene impiegato per detonanti, per cariche dirompenti, e ha un interesse tutto particolare per le nazioni che non dispongono di derivati di carbon fossile, quali benzolo e toluolo.

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