test
Strumenti per misurare le attività mentali
I test sono strumenti, largamente impiegati in psicologia e nella valutazione scolastica, finalizzati ad analizzare e misurare processi mentali e valutare oggettivamente caratteristiche individuali. I test più importanti sono quelli destinati a misurare abilità intellettive, come i test di intelligenza, quelli che accertano le conoscenze e le competenze acquisite e quelli volti a identificare i caratteri della personalità
Test è una parola inglese di vasta applicazione che significa «prova», «verifica». In campo psicologico ed educativo indica ogni strumento capace di misurare processi psichici o prestazioni intellettive in modo oggettivo, cioè prescindendo dal giudizio di chi misura. L’elaborazione e l’uso di test ha avuto avvio verso la metà dell’Ottocento, quando la psicologia e la pedagogia hanno iniziato a sviluppare metodi di indagine scientifici. Esistono molti tipi di test, che si distinguono in funzione dell’attività psichica che si propongono di misurare: memoria, capacità di risolvere problemi, creatività. Esistono inoltre test per analizzare la personalità, le emozioni, le opinioni, gli atteggiamenti, le motivazioni, nonché test utili in campo clinico per la diagnosi di disturbi psichici o di ritardi nello sviluppo mentale e nell’apprendimento. Sono infine molto importanti e diffusi i test utilizzati in campo scolastico per la valutazione dell’apprendimento (prove oggettive di profitto).
All’inizio del Novecento alcuni studiosi furono affascinati dall’idea di misurare l’intelligenza umana e quindi predire fin dall’infanzia il successo scolastico e professionale di un individuo. I francesi Alfred Binet e Theodore Simon elaborarono nel 1905 il primo test per misurare il quoziente intellettivo (QI), cioè il rapporto fra età mentale ed età cronologica del soggetto. Il QI ha avuto una certa fortuna in Europa ma ha trovato maggiore diffusione negli usa. Nel 1916 presso l’Università di Stanford fu realizzata una nuova versione del test, nota come Stanford-Binet. Da allora, per aggiornare i contenuti del test, sono state eseguite altre cinque revisioni, l’ultima delle quali nel 2003. Negli usa la misurazione del QI è ancora oggi diffusa, mentre in Europa è caduta in quasi completo disuso a seguito dei crescenti dubbi circa l’utilità e la validità della misurazione dell’intelligenza. Il QI , infatti, si basa sull’idea che l’intelligenza rappresenti un patrimonio innato e permanente di ogni individuo, mentre numerosi studi hanno mostrato che essa è piuttosto il risultato dell’interazione con l’ambiente ed è quindi legata più a fattori culturali che biologici.
Dagli anni Sessanta del 20° secolo l’attività di costruzione di test si è concentrata soprattutto sull’elaborazione di strumenti volti a misurare specifiche abilità (logico-matematiche, linguistiche e così via). Questi test hanno trovato applicazione in campo didattico – per misurare l’apprendimento – e nei contesti lavorativi – per accertare il possesso delle competenze necessarie per svolgere una data attività professionale (test attitudinali, bilancio delle competenze). Test analoghi vengono usati per valutare l’idoneità di un individuo a svolgere attività che, se non esercitate con piena padronanza, comporterebbero rischi per la sicurezza propria e altrui: è il caso, per esempio, dei test per la verifica dei requisiti necessari per acquisire la patente di guida.
I test di profitto presentano di norma una sequenza di domande in forma scritta (item) cui si deve rispondere, scegliendo fra più alternative, entro un tempo dato: il grado di conoscenza viene misurato sommando il punteggio attribuito alle risposte esatte. I test utili ad accertare abilità di tipo psico-motorio o intellettivo possono prevedere che il soggetto esegua un certo compito, come trovare l’uscita da un labirinto o risolvere operazioni aritmetiche. Nei test destinati a valutare la personalità o i disturbi psichici si sottopone il soggetto a determinati stimoli per verificare le sue reazioni, come osservare una macchia di inchiostro e indicare quali figure evochi nella sua immaginazione. Lo psicologo interpreterà le reazioni alla luce di ben definite ipotesi teoriche: per esempio, il fatto di vedere nella macchia animali feroci potrebbe essere indicativo di fobie o insicurezze di cui lo stesso soggetto non è cosciente.