TESSITURA
(XXXIII, p. 674; App. I, p. 1053; II, II, p. 992; III, II, p. 950; IV, III, p. 633)
Negli ultimi decenni non si sono registrati significativi mutamenti dal punto di vista tecnologico e non si sono affermati nuovi sistemi d'inserzione della trama. Sono però da registrare: i notevoli incrementi nella velocità di battuta; i nuovi materiali impiegati nella struttura del telaio, più leggeri e più robusti; una crescente applicazione dei controlli elettronici con collegamenti bidirezionali tra computer di bordo e computer centrale; la progressiva sostituzione di ingranaggi, leve e camme con dispositivi elettronici, inverter e programmatori; i sofisticati alimentatori di trama dell'ultima generazione; l'introduzione su larga scala delle ratiere e jacquard elettronici al posto di quelli meccanici; la raffinata regolazione del motorino che aziona lo svolgimento del subbio a mezzo di sensori-tastatori della tensione della catena; la grande semplificazione nel caricamento del telaio in occasione del cambio del subbio; lo scarico automatico del rotolo con le pezze tessute. Assai più ardua, e di costosissima realizzazione, la riparazione automatica delle rotture di ordito, anche se qualche costruttore sta coraggiosamente affrontando il problema. L'attuale livello medio di produttività in metri di trama inserita al minuto appare evidente dalla tabella. Come si vede, il telaio a navetta resiste, soprattutto grazie alle massicce consegne effettuate nei paesi asiatici durante gli anni Settanta e l'inizio Ottanta, ma la sua sorte appare irrimediabilmente segnata, tanto che tutti i principali costruttori del mondo industrializzato hanno abbandonato tale tipo di telaio, mentre è ancora assai elevata la produzione di ricambi.
Nel 1993 erano installati nel mondo 3.690.000 telai, dei quali 2.690.000 cotonieri, 840.000 serici, 160.000 lanieri; poco più del 70% era ancora a navetta, contro l'80% del 1987. Attualmente soltanto il 5% circa dei telai a navetta funzionanti ha meno di dieci anni, per cui nel prossimo futuro si dovrà per forza procedere alla sostituzione di gran parte di essi. Nel decennio 1984-93 sono stati montati nel mondo 133.300 telai a navetta e 512.360 telai senza navetta, nel rapporto cioè di 1:3,8.
Un interessante confronto, indice dell'evoluzione della produttività nel settore, appare dai dati statistici relativi all'Italia. La produzione di tessuti cotonieri nel 1960 fu di 183.000 t, e nel 1993 di 180.000, cioè rimase praticamente invariata. Per contro risulta che nel 1960 erano installati 98.000 telai cotonieri, mentre nel 1993 il loro numero scese a 15.800 (di cui 2000 circa a navetta, parzialmente inattivi), cioè a un sesto; i dipendenti delle tessiture erano 71.400 nel 1960, e 14.000 nel 1993, cioè un quinto; le ore telaio furono 300.000 nel 1960, e 74.000 nel 1993, cioè un quarto. Si deve però rilevare che un telaio a navetta produce nell'unità di tempo, tenendo conto del rendimento, della velocità e della media, un quinto o un quarto di un telaio senza navetta; che di regola i telai più moderni sono attivi per 24 ore giornaliere e sovente per oltre 300 giorni l'anno, contro i due turni e i cinque giorni lavorativi settimanali dei telai a navetta; e infine che i più recenti automatismi e dispositivi di controllo hanno permesso di aumentare di molto le assegnazioni per addetto. Altri dati interessanti riguardano l'assoluto predominio dei lanifici italiani nella Comunità Europea: su 36.300 telai lanieri installati nei paesi membri, ben 19.600 si trovano in Italia, e di questi quasi 6000 a navetta, destinati alla produzione di campioni per la loro flessibilità, o gestiti da artigiani.