TESSÉ, René de Froulay (o Froullai), conte di
Maresciallo di Francia e diplomatico, nato nel 1648, morto il 30 maggio 1725 nei dintorni di Grosbors (Seine-et-Marne). Avviatosi alla carriera militare, combatté per la prima volta nel 1669 sotto la guida del maresciallo di Créquy; fece la campagna d'Olanda (1672), prese parte alla spedizione di Sicilia (1675), fu governatore del Maine (1680), del Delfinato (1681), e raggiunse nel 1684 il grado di maestro di campo generale dei dragoni. Le sue doti vennero apprezzate dal Louvois di cui fu consigliere ed amico. Scoppiata la guerra della Grande Alleanza, ebbe il comando della fortezza di Pinerolo (1690), e dal 1693 al 1696 agì come intermediario per concludere la pace separata tra Luigi XIV e Vittorio Amedeo II. In quelle lunghe e difficili trattative segrete, coronate dal successo, rivelò insospettate qualità diplomatiche. Non nascondeva la sua ammirazione per l'abile politica del duca sabaudo, ma ne diffidava; così che nel 1701 avvertì il sovrano e i ministri di non fare eccessivo conto sulla precaria alleanza con V. Amedeo II. Nel 1701-3 svolse la sua attività militare e diplomatica in Italia e, soprattutto, a Mantova guadagnando definitivamente quel duca alla causa francese. Nel 1708 negoziò a Roma e nelle altre corti della penisola una lega antiimperiale. "Il s'agit - scriveva - de fonder l'association italienne, de réunir toutes les forces sous un seul étendard, et de reconstituer une nation avec toutes ces provinces démembrées". Ma il piano fallì per l'ostilità di Venezia e per la diffidenza degli altri principi. Nel 1704-5 aveva combattuto in Spagna, ma era stato costretto a ritirarsi dopo la mancata presa di Barcellona (1705). Intanto aveva conseguito la nomina a maresciallo di Francia (1703) cui si aggiunse quella di generale delle galere (1712).
Dopo la morte di Luigi XIV visse appartato, ma spesso si ricorse a lui per speciali missioni, tra queste un'ambasciata in Spagna (1723).
Fu un buon generale, ma non sempre pronto e deciso; abile e finissimo come diplomatico. Era in ciò aiutato da alcune doti naturali e da una cultura non profonda, ma brillante. Uomo di gusto, conversatore piacevole, gentile nel tratto, fu ricercato e ammirato dalla società del suo tempo.
Nell'epistolario, accanto alla vivacità dell'ingegno e alla chiarezza del pensiero, si rivela la signorile eleganza dell'espressione. Di lui si ricordano: Lettres du maréchal de T., a cura del Rambuteau, Parigi 1888; Lettres du maréchal de T. au prince Antoine Ier de Monaco, a cura di A. Le Glay, ivi 1917.
Bibl.: Recueil des instructions aux ambassadeurs de France... Savoie-Sardaigne, Mantoue, voll. 2, Parigi 1899, a cura di H. de Beaucaire; P. Canestrier, Comment M. de T. prépara en 1696 le traité de paix entre la France et la Savoie, in Revue d'histoire diplomatique, III (1934).