TESENOUPHIS (Τεσενούϕις)
Scultore egiziano, attivo nei primi anni dell'èra volgare.
È noto da una dedica d'incerta lettura: Τεσενούϕι[ς] ϑω(ῷ) Πραμήνι ἐποί(ει), dove il nome dell'artista è stato identificato anche in Pramenis (v.), ritenendosi T. nome di divinità (O. Höfer, in Roscher, v, p. 394, s. v.). Pare invece che Pramenis sia la lettura greca del nome di un faraone il cui culto è attestato in età romana (Graindor): T. sarebbe allora il dedicante e l'artefice della piccola statua in basalto sulla quale è l'iscrizione. È evidente l'ispirazione a modelli dell'Egitto antico nella impostazione del personaggio seduto e nella convenzionale anatomia delle mani e dei piedi, mentre il costume e la pettinatura sono di tipo ellenistico. Per motivi epigrafici e per confronto con simili sculture del museo del Cairo, tra le quali una firmata da Petesis porta una data riferibile all'èra di Augusto, si attribuisce l'opera di T. al principio del I sec. d. C.
Bibl.: U. Wilcken, in Archiv für Papyruskunde, IV, p. 244; P. Graindor, Bustes et statue-portraits d'Egypte Romaine, Il Cairo, s. d., pp. 28; 132 s., tav. LXI, a; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, Suppl. VIII, 1956, c. 851, s. v., n. i.