terzo settore
tèrzo settóre locuz. sost. m. – Espressione indicante l’insieme delle organizzazioni della società civile che svolgono attività solidali di utilità sociale in vari ambiti quali assistenza, diritti umani, sanità, istruzione, tutela ambientale, cultura, sport, e così via. Si distinguono dal cosiddetto primo settore, che include lo Stato e la Pubblica amministrazione, e dal secondo settore, rappresentato dalle società commerciali che hanno come obiettivo il perseguimento del profitto. Hanno natura privata ma si pongono fra Stato e mercato sono senza scopo di lucro e vengono definite anche come non profit, sintetizzando l’inglese not for profit organizations, in quanto accomunate dall’assenza della ricerca di profitto. Gli eventuali utili conseguiti attraverso la loro attività devono infatti essere reinvestiti nel perseguimento delle finalità istituzionali. Le organizzazioni del t. s. hanno progressivamente assunto un ruolo crescente nella società. Svolgono attività di interesse sociale ma, di fatto, producono beni e servizi (assistenziali, di contrasto all’emarginazione sociale, di valorizzazione dei beni culturali e ambientali, ecc.) e includono un insieme molto eterogeneo: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, banche etiche, ecc.; alcune hanno una gestione economica limitata, altre invece sono strutturate in modo ampio e complesso, con personale retribuito e non soltanto volontario. La l. 383/2000 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale) ha istituzionalizzato, aggiungendo il riconoscimento formale a quello già consolidato da parte della società civile, il complesso insieme delle entità appartenenti al t. s. in Italia. Possono essere classificate secondo diverse forme giuridiche (associazione riconosciuta, fondazione, associazione non riconosciuta, comitato, cooperativa sociale, altra forma che include enti ecclesiastici, società di mutuo soccorso, enti morali, opere pie). Sono censite dall’Istat attraverso specifiche rilevazioni.