terreno (agg.)
Ricorre presso D. due volte nel Convivio e quattro nel poema, senza rilevanti escursioni semantiche.
Come sinonimo di " terrestre ", " pertinente alla terra ", " appartenente al consorzio umano ", in sintagmi paralleli o complementari (sulla cellula cose terrene, " beni mondani ") con più stretta analogia di ‛ iunctura ' verbale nel terzo e quarto caso: Cv III XIV 11 astratti da le basse e terrene cose; e così anche in IV XXIII 6 'l suo [del cielo] movimento sia sopra essi come uno arco quasi, [e] tutte le [terrene] vite (e dico [terrene], sì de li [uomini] come de li altri viventi)... convengono essere quasi ad imagine d'arco assimiglianti; Pg XV 65 rificchi / la mente pur a le cose terrene; XIX 119 l'occhio nostro... fisso a le cose terrene.
Altra serie, nella terza cantica, con ‛ variatio ' non meramente stilistica sul nesso ‛ mente '-t. (replicata in Pg XV): Pd XVII 14 le terrene menti, " degli uomini "; XIX 85 Oh terreni animali! oh menti grosse!. Qui il Tommaseo: " anime gravate dal corpo ", forse pensando alla " terrena soma " di Petrarca; ma richiameremmo piuttosto il boeziano " O terrena animalia ", che Busnelli-Vandelli citano in calce alle stoltissime e vilissime bestiuole di Cv IV V 9.
Pleonastico, in aggiunta a ‛ uomo ', a sottolineare la sua terrestrità in opposizione a Dio: Cv IV XXVIII 15 quale uomo terreno più degno fu di significare Iddio, che Catone?