TERRE DECOLORANTI (fr. terres décolorantes; ted. Bleicherden; ingl. bleaching earths, bleaching clays)
Per terre decoloranti (o terre da sbianco) s'intendono degl'idrosilicati di alluminio contenenti piccole quantità di Mg, Ca, Fe, simili alle argille ma più idratati di queste, dotati della proprietà di adsorbire impurezze colorate da olî minerali, vegetali, animali, o da altri liquidi. Si dividono in terre floridiniche, già attive allo stato naturale, ed in terre bentonitiche, attive solo dopo trattamento chimico.
Alla grandissima superficie interna dei granuli di questi silicati è dovuto il potere decolorante; la semplice analisi chimica non è quindi sufficiente per dare indicazioni sulla loro attività. Il tipo più noto di terra naturale è costituito dalle cosiddette terre da folloni (fuller's earths), scoperte per la prima volta in Inghilterra, poi negli S. U. (Florida), in Germania e altrove. Il loro uso viene preceduto da essiccazione, macinazione e setacciatura o ventilazione; talora le proprietà adsorbenti vengono esaltate con lieve trattamento acido. Anche usato, fra le altre terre, l'idrosilicato di magnesio, assai poroso e leggero. Le terre attivate si ottengono trattando terre colloidali (ad es. bentonite di Ponza o del Wyoming) con acido cloridrico o solforico, col che subiscono modificazioni di natura fisica (aumento della superficie) o chimica (sostituzione degli elementi basici - Mg, Ca, Na, ecc. - con l'idrogeno dell'acido). Secondo V. Caglioti e A. Baroni si possono attivare solo quelle argille che contengono nel loro reticolo il gruppo Si-OH; l'attività decolorante si dovrebbe ricondurre alla formazione di composti di adsorbimento fra le terre attivate ed il colorante degli olî o di altri liquidi.
Nella scelta di una terra decolorante, oltre che del potere decolorante va tenuto conto del potere adsorbente e della capacità di filtrazione. Per quelle attivate occorre accertare l'acidità che, se supera certi limiti, può nuocere ai telai dei filtri. Le terre esaurite si rigenerano mediante lavaggi con solventi, trattamento con vapore, con acidi, calcinazione, ecc., con ricuperi del 50 ÷ 100% dell'attività.
Le terre decoloranti trovano specialmente impiego nella industria degli olî minerali, sia come decoloranti, sia come neutralizzanti e stabilizzanti, soprattutto nel caso della raffinazione con acido solforico. Vengono usate anche per trattare olî vegetali (v. olivo, XXV, p. 302), dei quali fissano acidi liberi, mucillaggini, albuminoidi, ecc. Nell'industria saccarifera si associano di solito a carbone attivo. Alcune terre decoloranti trovano impiego come supporti per catalizzatori.
Prima del 1935 l'Italia era importatrice di terre decoloranti. Nel 1937 si contavano 5 esercizî, con una produzione globale di 11.579 q.; nel 1938 la produzione raggiungeva i 17.739 q., ed era all'incirca pari al consumo nazionale (6500 t. per raffinazione di olî vegetali, 2-3000 per olî al solfuro, il resto per olî minerali, petrolî, ecc.).