TERRAPIENO
. Massa di terra impiegata come opera resistente di difesa, incamiciata spesso con opera muraria, frequentemente tagliata a scarpa.
È generalmente ammesso che l'uso del terrapieno risalga alla prima metà del sec. XV e sia una conseguenza del diffondersi delle artiglierie. D'altra parte però (v. scarpata), Egidio Colonna già accenna nella sua opera De regimine principum sia alla scarpata, sia al terrapieno, seguendo forse anche in questo gl'insegnamenti di Vegezio, sicché è lecito ritenere che questi due elementi dell'architettura militare risalgano alla fine del sec. XIII. Le offese delle armi da fuoco condussero infatti dapprima ad aumentare le sezioni murarie di qualsivoglia opera difensiva; quindi a mozzare le torri, considerate troppo facile bersaglio alle artiglierie, ed a sostituire ai solai lignei le vòlte, a miglior sostegno delle piazzole, infine a terrapienare le torri stesse e ciò nel duplice intento di aumentare ancora la resistenza delle piazzole e di rendere le mura delle torri più resistenti alle percussioni dei proiettili. Nello stesso periodo la torre convertì la sua forma squadrata in cilindrica e ciò al fine di favorire il deviamento dei proiettili, il cui angolo d'incidenza difficilmente veniva così a coincidere con la normale.
Uno dei primi esempî, storicamente datati, di terrapienamento è quello attuato nelle vecchie torri del recinto di Orléans durante l'assedio del 1428.
L'uso di terrapienare le opere di difesa già esistenti si perpetuò quindi fino ai primi decennî del sec. XVI sicché anche Michele Sanmicheli e Antonio da Sangallo il Giovane usarono tale sistema. Fu Michelangelo invece ad afferrare per primo come il metodo migliore di attutire l'urto dei proiettili fosse quello di rendere cedevole il riparo e quindi, quando, con decreto del 1529, fu nominato governatore generale delle fortificazioni di Firenze, egli rinunciò completamente a servirsi delle masse murarie rigide. Il Varchi, a questo proposito, nelle sue Storie fiorentine dice che: "la corteccia di fuori di quei bastioni (i bastioni di Firenze) era di mattoni crudi fatti di terra pesta mescolata di capecchio trito. Il di dentro era di terra e stipa molto bene stretta e pigiata insieme".
Dopo queste prime applicazioni di Michelangelo il terrapieno grezzo è rimasto, fino ai nostri giorni, uno dei capisaldi della tecnica militare, sostituito, e soltanto per quanto si riferisce alle opere permanenti di carattere difensivo, dalle lamiere blindate.
Per l'antichità, v. vallo.
Bibl.: E. Rocchi, Le fonti storiche dell'architettura militare, Roma 1908; L. A. Maggiorotti, Architetti e architetture militari, Roma, 1933.