TERRANOVA Pausania (A.T., 29 bis)
Porto della Sardegna orientale, in provincia di Sassari, situato nel luogo della fenicia Olbia, in fondo a un amplissimo e frastagliato golfo, cui fronteggia l'isola di Tavolara, riparandolo quasi completamente dai venti marini. Viene secondo fra i porti sardi, dopo quello di Cagliari, per il traffico delle merci, ma primo per quello dei passeggieri, perché capolinea del servizio giornaliero che unisce l'isola al Continente. E collegato a Sassari e a Cagliari da ferrovia diretta e dalle grandi strade statali, la Centrale e Orientale Sarda. La popolazione, che ha avuto un cospicuo incremento nel decennio 1921-31 per il maggiore sviluppo dato al porto con opere grandiose di avanzamento delle banchine, era di 2486 ab. nel 1861, 3553 nel 1881, 4528 nel 1901, 6595 nel 1921, 10.085 nel 1951. Vi sono nel paese tre piccoli cantieri navali.
Nelle campagne vi è un notevole nucleo di popolazione sparsa (2288) dedita precipuamente all'allevamento ovino.
Storia. - Sorto quale modesto borgo sul posto dell'antica Olbia, denominato Fausania o Fausiana, raggiunse presto tale importanza, da avere un proprio vescovo, sia pure saltuariamente, fin dal tempo di Gregorio I papa, e da essere ricordata da Edrisi insieme con Cagliari e un altro centro fra le città sarde esportatrici di argento. Fin dal sec. XI era tra i punti meglio fortificati della Gallura, avendo a poca distanza la rocca di Telti e quella di Pedrès accessibile soltanto per un sentieruzzo difendibile con pochissimi uomini. Crebbe nei secoli XI e XII, allorché, liberato il mare dal pericolo saraceno (nel 1016 e 1132), la popolazione, già ritiratasi sui monti, tornò verso il piano e le coste. Probabilmente allora la nuova sede di Fausania ebbe dalla popolazione l'appellativo di Terra Nuova, nome che sostituì man mano quello antico. Innocenzo II pose Terranova alla diretta dipendenza dell'arcivescovo pisano, dipendenza che fu strumento della dominazione del comune pisano sulla parte settentrionale dell'isola. Anche a Terranova, come a Cagliari, Oristano e altrove, si costituì il comune sotto il dominio dei Visconti e l'influenza organizzatrice di Pisa. Venuti gli Aragonesi alla conquista della Sardegna, Terranova fu assediata dall'ammiraglio Francesco Carroz che occupò una torre cittadina (1324); ma venne liberata dalla flotta pisana forte di 36 galee e di molti legni che sbarcarono sui lidi settentrionali cavalieri e fanti (16 febbraio 1324). Riaccesasi la guerra contro gli Aragonesi, i Doria e la repubblica di Genova investirono Terranova, e di lì resistettero a lungo contro gli Aragonesi. Ripresala, questi l'assegnarono insieme coi castelli di Balaiano e di Orosei al giudice Mariano d'Arborea e poi (1352) al fratello Giovanni, signore del Montacuto. Nella guerra fra Mariano, Doria ed Aragonesi (1353-54) e nella pace seguitane, Terranova con altre terre di Gallura tornò a Mariano. Ripresa poi dagli Aragonesi, fu infeudata ai Carroz che emanarono, durante il secolo XV, nuovi capitoli per il porto. Ribellatasi in seguito al suo signore, fu facilmente espugnata (1420). Partecipò ai moti antifeudali capeggiati dall'Angioj della fine del sec. XVIII. Nel 1848 una banda di volontarî terranovesi s'imbarcò per combattere contro l'Austria.
Bibl.: V. Angius, in Casalis, Dizionario geografico storico statistico, XX, pp. 826-45; E. Besta, La Sardegna medievale, Palermo 1909, I, pp. 119; 282-283; II, pp. 39, 66, 76, 113, 139, 156, 255; A. Solmi, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, Cagliari 1919, pp. 84, 89, 91, 101, 200, 219, 251, 281, 290, 342; R. Di Tucci, Manuale di storia della Sardegna, Cagliari 1919, passim. - Per altri lavori su Terranova, cfr. R. Ciasca, Bibliografia sarda, V, p. 139. I Capitoli della dogana ordinati dai nobili Francesco Carroz e Nicolò suo figio baroni di Terranova nel sec. XV sono editi in P. Amat Di San Filippo, Del commercio e della navigazione, Cagliari 1865; e in Indagini e studi sulla storia economica della Sardegna, in Miscellanea di storia italiana, s. 3a, VIII, Torino 1903, pp. 491-95.