Vedi TERRACINA dell'anno: 1966 - 1997
TERRACINA (v. vol. VII, p. 729)
Un deposito preistorico del Paleolitico Superiore, localizzato nel Riparo Salvini presso il Pisco Montano, ha permesso di conoscere un periodo scarsamente rappresentato nella regione pontina, quello dell'Epigravettiano Finale, consentendone altresì la ricostruzione del paleoambiente.
Il foro, e in particolare l'area del lastricato di età imperiale, fatto eseguire da Aulo Emilio, è stato oggetto di una minuziosa opera di rilievo e di analisi tecnica che ha permesso di approfondire le problematiche dell'evoluzione urbanistico-architettonica del sistema monumentale della Piazza del Municipio di Terracina. A NO dell'area forense, un edificio che conserva i resti di un peristilio, compreso fra le mura urbane e Via Santi Quattro, ha restituito tre notevolissimi mosaici pavimentali databili entro il II sec. d.C., relativi a una fase di ristrutturazione del fabbricato antico, inquadrabile in origine - per la tecnica muraria - tra la fine del I sec. a.C. e il I sec. d.C. I due mosaici in bianco e nero sono rispettivamente caratterizzati da un motivo geometrico a esagoni e da una scena di putti vendemmianti con kàntharos dal quale fuoriescono racemi di vite carichi di grappoli e di foglie. Il terzo mosaico, policromo, si distingue per un reticolato geometrico di fasce scompartite in riquadri riempiti con figurazioni geometriche e naturalistiche.
Nella zona di T. bassa, in Via dei Volsci, in prossimità del punto dove il tracciato traianeo dell’Appia si staccava da quello repubblicano, si sono evidenziati i notevoli resti in opus reticulatum di un complesso identificabile forse con i mercati, databile alla prima età imperiale.
Nel Borgo della Marina è stato rimesso in luce il molo rettilineo E-O relativo alla sistemazione imperiale del porto, con tracce degli interventi urbanistici di Pio VI e di Gregorio XVI.
A Monte S. Angelo, a E del complesso del tempio maggiore, è stata evidenziata completamente l'area del c.d. Piccolo Tempio, caratterizzata da un riutilizzo delle strutture romane in età medievale, pertinente a un insediamento monastico dedicato probabilmente a S. Michele Arcangelo.
La zona «Valle di T.», compresa tra la punta di Monte Leano e l'ingresso alla città, ha fornito ulteriori tracce della centuriazione dell'agro terracinese, riscontrabili non più solo a Ν della Via Appia ma anche a S della strada consolare. Sono state notate tracce di una barriera artificiale, oltreché di un diverticolo stradale.
Vestigia importanti sono state segnalate nella zona di Monte Leano, Monte Romanelli, Piano di Roja e nella contrada «I Monumenti» o «Valle dei Santi», così come nella contrada S. Cesario ove è attestata, presso la chiesa omonima, una vasta necropoli di età romana e medievale, nelle contrade Mellone e Le Mole e in località Caselle. Analogamente, resti notevoli sono riscontrabili nella contrada Scifelle, in quella di S. Silvano e in contrada Campolungo ove sono segnalati un piccolo ma interessante santuario rupestre ricavato nella roccia, nonché i resti di un edificio in opus mixtum con tracce di un pavimento musivo caratterizzato da un motivo a girali di foglie. A E del Pisco Montano, in località Canneto, è stato identificato il sito di una fabbrica di anfore delle forme Dressel 1 e Dressel 2-4, già noto per una serie di rinvenimenti nel secolo scorso. Numeroso materiale epigrafico si è aggiunto alla già cospicua collezione delle iscrizioni terracinesi.
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