TERMOTERAPIA (dal gr. ϑέρμη "calore" e ϑεραπεία "cura")
È la cura fatta a mezzo del calore. A rigore di termini, qualsiasi trattamento nel quale il calore intervenga come mezzo terapeutico dovrebbe essere compreso in questo capitolo; però, per consuetudine, s'escludono le pratiche idroterapiche (v. idroterapia), i bagni di sole (v. elioterapia), i fanghi, mentre vi s' includono i bagni di luce che più razionalmente dovrebbero essere descritti sotto il titolo: fototerapia.
Storia. - L'uso del calore a scopo curativo è antichissimo; i Greci del sec. V ricorrevano ai bagni in stufe per fare scomparire la stanchezza dopo i giuochi ginnici e alle sabbiature per guarire la gotta e l'idropisia; Ippocrate applicava i bagni caldi per combattere dolori, per consolidare fratture; in Roma, all'epoca costantiniana, la termoterapia fiorì in sommo grado, come possono testimoniare ancor oggi i ruderi delle magnifiche terme; nei secoli successivi, dopo un periodo di decadenza che ebbe inizio con l'avvento del cristianesimo e si protrasse fino a tutto il Medioevo, questa pratica fisioterapica, come tante altre, ebbe la sua rinascita e, arricchita di nuovi mezzi (come, per es., l'elettricità), maturatasi nel metodo fisiologico sperimentale e nell'osservazione clinica, acquistò a poco a poco quella veste scientifica che nessuno oggi può più disconoscerle.
Azione fisiologica del calore. - Un primo effetto è analgesico; un secondo, che si manifesta quando la temperatura usata oltrepassi i 50 gradi, è rappresentato da un'influenza stimolante energica sugli elementi cellulari e da un acceleramento del ricambio materiale che si può dimostrare con un'aumentata eliminazione di urea e di acido urico. L'effetto più importante si ha sulla secrezione del sudore che si stabilisce abbastanza precocemente e che è in diretta relazione con la temperatura e con il metodo termoterapico usato; tale sudorazione, oltre a rendere possibile l'eliminazione di prodotti tossici, disidrata l'organismo e giova pertanto in quei processi morbosi che sono legati a idremia. Per quanto si riferisce all'apparato circolatorio, il calore provoca acceleramento dei battiti cardiaci, vasodilatazione arteriosa, ipotensione vascolare. Anche sull'apparato respiratorio le pratiche termoterapiche esercitano una qualche influenza provocando iperemia della mucosa bronchiale, aumento di profondità e di frequenza degli atti respiratorî, come pure sull'apparato digerente sedando dolori, vincendo spasmi, migliorando la motilità e la secrezione gastrica, decongestionando il fegato. Per ultimo non dev'essere trascurata l'azione che il calore esercita sull'apparato neuromuscolare e che si manifesta in un primo tempo con fatti d'ipereccitabilità, in un secondo con il rilasciamento delle fibre muscolari.
Tecnica delle applicazioni termiche. - Le applicazioni caloriche vanno distinte in due gruppi principali: applicazioni endogene ed esogene.
Applicazioni endogene: v. diatermia.
Applicazioni esogene. - Bagni a vapore. - Possono essere naturali o artificiali. Un tipo di bagno a vapore naturale si realizza in certe grotte entro le quali scorre acqua termale che rende l'ambiente caldo e saturo di vapori; la più nota in Italia è la Grotta Giusti di Monsummano nella quale scorre un'acqua ricca di sali calcarei a temperatura elevata e che per la sua continua evaporazione mantiene nella parte più profonda denominata "inferno" una temperatura ambiente di 34°; in tale ambiente caldo-umido, ma pure ben aereato, la sudorazione si stabilisce rapidamente e a temperatura relativamente bassa, il che rappresenta un vantaggio notevole perché evita la comparsa di pericolosi squilibrî circolatorî. Un tipo di bagno a vapore artificiale è rappresentato dal "bagno russo", che consiste di una camera ermeticamente chiusa nella quale giungono i vapori di acqua termale o di acqua comune riscaldata in apposite caldaie. La temperatura, che si può variare a volontà, non deve però mai oltrepassare i 42°.
La durata dei bagni a vapore oscilla fra quindici minuti e mezz'ora; è subordinata, naturalmente, alla malattia da trattare e alle condizioni del paziente. Dopo il bagno, il ritorno nell'ambiente naturale va praticato gradualmente. Alla fine della seduta termoterapica il malato viene abitualmente sottoposto a massaggio o a pratiche idroterapiche.
Le indicazioni dei bagni a vapore sono rappresentate dalle affezioni reumatiche dalle auto- ed eterointossicazioni, dalle nefriti ma sopra tutto dalla gotta e dall'obesità. Le controindicazioni, per contro, sono rappresentate dagli stati di grave deperimento generale, dalle psicopatie a tipo depressivo, dalle malattie febbrili e dalle affezioni gravi dell'apparecchio circolatorio.
Bagni a calore secco. - Sono più diffusi dei precedenti poiché su questi presentano il vantaggio di favorire meglio l'evaporazione cutanea e consentono quindi di salire, senza pericoli, a temperature abbastanza elevate. Un tipo di bagno secco naturale è quello delle Grotte di Agnano nelle quali la temperatura raggiunge persino 96°. Un tipo di bagno secco artificiale è rappresentato dal bagno romano: esso, così denominato perché riproduce quello usato nell'epoca costantiniana presso i Romani, si compone di diverse sale in cui circola aria calda a differente temperatura e precisamente di una chiamata laconicum (temp. 70°-80°), di una chiamata calidarium (temp. 50°-70°) e di una chiamata tepidarium (temp. 37°-50°); il paziente, dopo essere rimasto per brevi istanti nel laconicum per attivare la traspirazione, passa nel calidarium, quindi nel tepidarium e da ultimo in una sala a temperatura moderata dove viene sottoposto a massaggio; qualche volta, prima di coricarsi in letto, il malato pratica un'immersione in piscina o una docciatura. Indicazioni d'elezione del bagno romano sono: l'obesità e in linea secondaria la gotta e il reumatismo cronico. Al fine di rendere più pratiche le applicazioni del calore secco senza bisogno di ricorrere a installazioni complesse come le precedenti, sono stati costruiti e vengono ampiamente usati apparecchi in forma di botti e di archetti e di cassette di dimensioni variabili così da potersi utilizzare per applicazioni generali e locali, nei quali il riscaldamento dell'aria viene effettuato con lampade ad alcool o con resistenze elettriche. Se si tratta di bagni generali, la temperatura dell'aria non deve oltrepassare 60-70°; se si tratta di bagni locali, può raggiungere anche 120°. La durata di ogni seduta oscilla fra venti minuti e un'ora.
Le indicazioni non differiscono da quelle sopra esposte; per la comodità di potersi applicare anche al letto del paziente, i bagni a calore secco con cassette e archetti vengono usati ampiamente nella cura della sciatica, delle affezioni ovariche, delle tromboflebiti e anche nelle nefrosi con anasarca.
Bagni di luce. - Questi hanno oggi sostituito in gran parte i precedenti per alcune regioni d'indole pratica e scientifica: sono di semplicissimo funzionamento, offrono minori pericoli d'incendio, ma soprattutto sono più efficaci in quanto al fattore terapeutico calore s'aggiunge quello luce e quest'ultima, com'è noto, esplica una potentissima azione analgesica e permette di raggiungere l'effetto sudatorio a una temperatura di 10° almeno inferiore a quella necessaria per i bagni ad aria calda. I bagni di luce vanno distinti in generali e locali.
Bagni generali. - L'apparecchio abitualmente usato a questo scopo ha la forma di una botte verticale, aperta superiormente, in modo da permettere il passaggio del capo del paziente; sulla superficie interna, verniciata di bianco o tappezzata da specchi, sono disposte in serie verticali 42-60 lampadine elettriche a filamento di carbone dell'intensità di 16-25 candele che, mediante commutatori, possono essere accese completamente o parzialmente (v. fig.). La temperatura che si può raggiungere varia a seconda dei casi; nelle prime sedute è bene non oltrepassare 30°-40°, in quelle successive si può salire fino a 50°-60° senza pericolo; la durata del bagno oscilla fra 10 e 30 minuti. È bene, dopo ogni applicazione, fare seguire una immersione in acqua tiepida e quindi porre il malato, avvolto in molte coperte, in letto per favorire la sudorazione.
Le indicazioni sono identiche a quelle dei bagni secchi con la sola differenza che, esplicando una più forte azione analgesica, trovano una più utile applicazione nelle affezioni dolorose dei nervi e delle articolazioni.
Bagni locali. - Differiscono dai precedenti solo per la forma e per le dimensioni; si tratta di piccole cassette o di archetti adattabili alle varie parti del corpo; questi apparecchi sono rivestiti internamente da lampadine elettriche in numero variabile. Si può raggiungere senza pericolo d'incidenti la temperatura di 70°-80° e protrarre la durata di applicazione fino a un'ora.
Allo scopo di evitare la saturazione dell'ambiente del bagno con il vapor acqueo prodotto dall'evaporazione del sudore, è stata costruita e viene oggi diffusamente usata una lampada elettrica speciale (lampada Sollux), a filamento di tungsteno, dell'intensità irradiante di 2000 candele, circondata da un riflettore parabolico, capace di sviluppare alla distanza di 50 cm. in 15 minuti una temperatura di 110°. Con tale lampada si possono praticare bagni generali di luce e bagni locali. Essa viene particolarmente usata nella cura di processi neuritici e artritici localizzati.
Bagni di sabbia. - Usati fino dai tempi più remoti, sono andati acquistando recentemente nuova diffusione; possono essere praticati naturalmente e artificialmente. Le sabbiature naturali si eseguono sulla riva del mare o dei fiumi scavando piccole buche nelle quali entrano i pazienti che vengono poi ricoperti completamente o parzialmente con uno strato di 20 cm. di sabbia calda alla temperatura di 40°-45°. Le sabbiature artificiali si praticano in tinozze di legno ripiene di sabbia sterilizzata e artificialmente riscaldata, seguendo le stesse modalità di quelle naturali. Dopo ogni applicazione si sottopone il paziente a un bagno di pulizia e ad una seduta di massaggio.
Il bagno di sabbia è energicamente diaforetico, favorisce localmente il riassorbimento di essudati, calma i dolori; per questo viene usato nella cura dell'artritismo, dell'obesità, delle neuriti in genere, delle affezioni croniche dell'apparato utero-ovarico.