TERMOGALVANOMETRO
. Strumento da laboratorio, che serve a misurare l'intensità di una corrente elettrica, anche molto debole, utilizzando il calore che questa sviluppa nel percorrere un tratto di circuito di resistenza determinata.
Il più usato tra i termogalvanometri è quello di Duddell, costituito da un comune galvanometro a circuito mobile, munito di specchietto per la lettura a riflessione. Il circuito del galvanometro, sospeso tra i poli di una forte calamita, è chiuso su sé stesso e comprende, nella sua parte inferiore, un giunto termoelettrico, formato di solito dalla coppia bimetallica bismuto-antimonio, o talora rame-costantana. Vicinissimo al giunto termoelettrico si trova un filo di platino di piccolissimo diametro, nel quale viene inviata la corrente da misurare; il filo allora si riscalda e comunica calore al giunto, generando una forza elettromotrice termoelettrica; il circuito del galvanometro viene quindi percorso da una corrente (la cui intensità è funzione dell'intensità della corrente che passa nel filo riscaldatore) e subisce pertanto una certa deviazione. La deviazione risulta proporzionale al quadrato dell'intensità della corrente nel filo riscaldatore, ed è tanto più forte - a parità di altre condizioni - quanto più alta è la resistenza del filo stesso. Nei termogalvanometri molto sensibili, la resistenza del filo riscaldatore è uguale di solito a 1000 ohm.
Il vantaggio del termogalvanometro consiste nel fatto che esso può funzionare anche con corrente alternata, di qualunque frequenza, pur presentando l'elevata sensibilità propria degli strumenti a corrente continua; la deviazione del telaio misura l'intensità efficace della corrente alternata che percorre il filo riscaldatore. Il termogalvanometro è sopra tutto usato per la misura di correnti ad alta frequenza (come quelle comunemente impiegate nella radiotecnica), per le quali si presta egregiamente, a causa della piccolissima induttanza del circuito.
In alcuni apparecchi il giunto termoelettrico è addirittura saldato al filo riscaldatore; l'insieme del giunto e del riscaldatore costituisce la cosiddetta "croce termoelettrica", che può anche essere separata dallo strumento di misura e collegata a un qualunque galvanometro o milliamperometro a corrente continua. La croce termoelettrica è spesso montata dentro un'ampolla di vetro vuotata d'aria, allo scopo di rendere minore la dispersione del calore: i due estremi del filo riscaldatore e quelli del giunto termoelettrico comunicano con i quattro piedini dell'ampolla, che assume così l'aspetto caratteristico di una comune valvola a tre elettrodi e può essere inserita nel circuito di misura e in quello del galvanometro per mezzo di uno dei soliti zoccoli portavalvole da apparecchi radio.